Cronaca

Autobomba nel Vibonese, interrogatorio di oltre dieci ore per la mamma di Matteo. Protezione rafforzata

comando-carabinieri-vibo.jpg

La donna è stata sentita dal pm antimafia  e dai carabinieri di Vibo quale persona informata sui fatti e parte offesa. Nelle prossime ore toccherà alla fidanzata. Il prefetto Longo rafforza le misure di sicurezza intorno alla famiglia

Si è concluso nella tarda serata di ieri l’interrogatorio a Vibo Valentia nella sede del Comando provinciale dei carabinieri, per Rosaria Scarpulla, la mamma di Matteo Vinci, il giovane biologo di 43 anni ucciso lunedì  9 aprile con un’autobomba a Limbadi. Interrogatorio fiume iniziato poco prima delle undici del mattino e terminato dieci ore dopo, intorno alle 21. 

Massimo riserbo. La signora è stata convocata dai carabinieri per essere ascoltata come “persona informata sui fatti” e come “parte offesa” dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Andrea Mancuso, alla presenza dei vertici del Reparto operativo e del Nucleo investigativo, il colonnello Luca Romano e il maggiore Valerio Palmieri. E’ l’ulteriore conferma di come gli inquirenti stiano seguendo una pista precisa che porta alla ‘ndrangheta come matrice dell’attentato che ha sconvolto un’intera comunità e non solo. Su quanto riferito dalla mamma di Matteo vige ovviamente il massimo riserbo ma è chiaro che la donna ha ricostruito anni di soprusi e vessazioni che la famiglia Vinci avrebbe subito ad opera del clan Mancuso di Limbadi intenzionato ad impossessarsi di alcuni terreni. Programma nelle prossime ore anche l’interrogatorio della fidanzata di Matteo, Laura Sorbara, anche lei assistita dall’avvocato Giuseppe Antonio De Pace.

Tutela personale. La famiglia è stata ricevuta nella mattinata di ieri anche dal prefetto Guido Longo che ha manifestato la sua vicinanza e la sua solidarietà per quanto accaduto. Nel corso dell’incontro l’avvocato De Pace ha chiesto il rafforzamento delle misure di protezione nei confronti della Scarpulla ed il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica dovrebbe predisporre già nelle prossime ore, oltre ad un servizio di vigilanza, anche quello di tutela personale. “E’ nell’interesse dello Stato – dice l’avvocato De Pace – difendere e proteggere la signora Scarpulla. Credo che chi ha messo la bomba non esiterà a prevedere qualsiasi altra azione pur di bloccare lo sviluppo delle indagini”.

 

Più informazioni