Cronaca

Tentato omicidio a Lamezia, dieci anni dopo finiscono in manette i presunti killer

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Secondo gli inquirenti il fallito agguato avvenuto all’interno di una sala giochi si collocava nella faida tra i Giampà e il clan Torcasio-Cerra-Gualtieri

Due arresti a distanza di circa dieci anni dal tentato omicidio di Antonio Villella, oggi 42enne, bersaglio mancato dei killer nel lontano dicembre del 2008 mentre si trovava in un’affollata sala giochi del centro di Lamezia Terme. Un agguato che all’epoca suscitò particolare allarme proprio per il fatto che avvenne in un orario serale quando nel locale, teatro dell’azione di fuoco, erano ancora presenti numerosi avventori. La vittima scampò alla morte grazie alla sua prontezza. Uditi i primi spari riuscì velocemente a nascondersi in un bagno. Questa mattina la Squadra Mobile di Catanzaro e del Commissariato di Lamezia Terme hanno eseguito un’ordinanza cautelare, emessa dal gip Distrettuale su richiesta della Procura antimafia diretta da Nicola Gratteri, a carico di Pino Strangis e Domenico Chirico, rispettivamente di 43 e 36 anni. Per gli inquirenti, in concorso con altri, avrebbero partecipato al tentato omicidio di Villella.

Le accuse. In particolare Strangis sarebbe stato l’esecutore materiale, esplodendo diversi colpi nei confronti della vittima, mentre Chirico avrebbe guidato il ciclomotore utilizzato sia per raggiungere che, poi, per fuggire dal luogo del delitto. La misura a loro carico – sollecitata dal sostituto Elio Romano dopo la condanna a 16 anni di reclusione riportata dagli indagati nel corso del giudizio con rito abbreviato celebrato il 9 giugno del 2017 – mette a frutto le indagini condotte dalla Mobile e che avrebbero permesso di ricostruire il cruento fatto di sangue, far piena luce sulle modalità con cui venne eseguito e sul contesto di ‘ndrangheta in cui sarebbe da inquadrare.

Guerra di mafia. Secondo gli inquirenti, infatti, il tentato omicidio del 42enne si collocava nella faida tra la cosca mafiosa dei Giampà (alla quale Strangis e Chirico sarebbero stati affiliati) e quella dei Torcasio-Cerra-Gualtieri, della quale faceva parte, invece, la vittima designata. Gli investigatori spiegano che in particolare Vincenzo Bonaddio, 59enne considerato il boss dei Giampà all’epoca dei fatti, avrebbe deciso di uccidere Villella perché riteneva avesse preso parte all’omicidio di Pasquale Giampà, detto “Buccaccio”, fratello del capo cosca Francesco (70 anni), meglio noto come “il professore”. Dopo l’arresto, Strangis, è stato portato nella Casa Circondariale di Catanzaro mentre a Chirico la notifica è avvenuta nella Casa Circondariale di Melfi dove è detenuto per altra causa.

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