Cronaca

Non ci fu abuso d’ufficio, assolto responsabile ufficio tecnico di Nicotera

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L’Ente si era anche costituito parte civile nel procedimento a carico di due persone, ma al termine di un processo durato otto anni è arrivata la condanna del Tribunale di Vibo

Il Tribunale di Vibo Valentia – in composizione collegiale – presieduto dal giudice De Gregorio, ha assolto (con formula piena) perché il fatto non costituisce reato, l’architetto Miano Emanuele (difeso dall’avv. Carmine Pandullo), e Mercurio Cimato (difeso dall’avv. Mario Bagnato), imputati per concorso in abuso d’ufficio.

L’accusa. L’Ufficio di Procura, infatti, aveva ipotizzato (nel lontano 2010) tale reato in seguito a una denuncia-querela sporta da un privato cittadino che nell’ambito di rapporti di vicinato con Mercurio Cimato caratterizzati da forte e immotivata acredine, aveva sostenuto l’illegittimità di alcuni permessi di costruire in sanatoria rilasciati dall’allora responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Nicotera, Emanuele Miano, ritenutosi sempre estraneo ai fatti, così come lo stesso Mercurio Cimato.

L’iter giudiziario. Al termine di un lunghissimo processo durato otto anni, che ha impegnato la difesa delle parti e lo stesso Tribunale per ben 23 lunghe udienze, i legali sono riusciti via via a sgretolare l’impianto accusatorio formulato dalla Procura delle Repubblica tanto che lo stesso rappresentante dell’Ufficio di Procura ne ha dato pacifico atto durante la sua requisitoria.
L’avvocato Carmine Pandullo, ha messo in luce il buon operato dell’architetto Miano che nel corso del suo mandato, quale responsabile dell’ufficio tecnico ha operato con l’onestà e rettitudine che lo hanno sempre caratterizzato, nel rispetto assoluto della legge.

Condanna della parte civile. “Tanto è più vero – afferma l’avv. Carmine Pandullo – che tenuto conto dell’infondatezza delle accuse mosse ha peraltro chiesto e ottenuto dal Tribunale la condanna della costituita parte civile (comune di Nicotera) in favore dell’architetto Emanuele Miano ritenendo che il Comune di Nicotera avesse proposto e soprattutto continuato la sua azione civile nella consapevolezza della sua infondatezza fattuale e giuridica, senza cioè la dovuta diligenza esigibile dalla parte civile nel verificare la sussistenza di un ragionevole fondamento della propria pretesa”.

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