Legge sulla caccia, l’Enpa alla Regione: più controlli e sanzioni

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L’Ente di protezione degli animali chiede di uniformare la legge regionale a quella nazionale

All’indomani dell’incontro tra Regione Calabria e rappresentanti delle associazioni venatore, per la modifica della legge regionale 9/1996 sulla protezione della fauna selvatica e sulla caccia, l’Ente Nazionale Protezione Animali ha inviato al presidente della Regione Oliverio e al consigliere delegato d’Acri un documento che evidenzia alcune criticità e propone alcuni correttivi per uniformare la normativa regionale a quella nazionale.

Più sanzioni Primo fra tutti un quadro sanzionatorio più severo specie per quanto concerne i limiti di carniere. «L’attuale sistema è del tutto inadeguato a prevenire eventuali illeciti venatori. Infatti – spiega Enpa – le sanzioni sono irrisorie, con un importo che spesso risulta essere inferiore a quello di una cena al ristorante. Ma in questo modo, in Calabria, viene meno l’effetto deterrente della condanna. E’ tanto più urgente porre rimedio a tale situazione in quanto, come noto, i reati venatori sono una vera emergenza su tutto il territorio regionale».

Più controlli Da qui, sottolinea l’associazione, la necessità di prevedere un ramificato sistema di controllo, attraverso convenzioni con le polizie provinciali ancora esistenti (quelle di Cosenza e Reggio Calabria), un corpo altamente specializzato nel contrastare gli illeciti a danno della fauna selvatica, spesso particolarmente protetta. Altra questione sollevata dall’Enpa è quella relativa al “controllo” dei cinghiali e delle altre specie, soprattutto alla luce di quanto stabilito dalla Corte costituzionale con la sentenza 139 del 2017. 

Centro di recupero Tra gli altri settori di intervento individuati dalla Protezione Animali, il finanziamento dei centri per il recupero della fauna selvatica; il riconoscimento della centralità dell’Ispra, il cui ruolo stabilito dalla legge 157/92 non può essere surrogato da osservatori regionali; la previsione di limiti per le specie cacciabili che il mondo scientifico ha classificato come in declino; specifiche norme a tutela di rettili, anfibi e altra fauna.
«Auspichiamo che la Regione ascolti il mondo animalista ed ambientalista, che ogni giorno si trova ad operare in contesti e situazioni difficili sul territorio, e ci auguriamo che queste proposte siano accolte con lo spirito di collaborazione che da sempre contraddistingue il nostro modo d’essere e di operare», conclude Enpa.