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Regione, Oliverio avvia la resa dei conti: D’Agostino alla presidenza della Commissione Riforme

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A farne le spese Baldo Esposito, transitato in Forza Italia insieme ai fratelli Gentile. L’obiettivo del governatore è quello di puntare sui fedelissimi per ricandidarsi nel 2019

Si appresta a vivere un ultimo scorcio di legislatura decisamente intenso il governatore Mario Oliverio. Dopo aver messo a punto alcuni tasselli, all’interno della sua maggioranza e chiarita la natura del rimpasto in giunta, il Presidente della Regione ha prodotto un ulteriore strappo con la compagine di riferimento della famiglia Gentile. In questa prospettiva va interpretata l’elezione al vertice della Commissione Riforme di Francesco D’Agostino. L’imprenditore – assolto dall’accusa di aver favorito le cosche  – con i voti della maggioranza ha sostituito l’uscente Baldo Esposito, passato con Forza Italia, dichiarando concluso il patto di collaborazione tra il centro-sinistra e l’area ex Ncd. D’altronde era stato lo stesso Tonino Gentile a dichiarare conclusa quell’esperienza poco prima del voto politico dello scorso 4 marzo. L’idea di Oliverio è chiara: ricandidarsi nel 2019. Baldo Esposito ha provato ad opporre resistenza che a nulla è servita. 

“Sul piano politico, ancor prima che giuridico – ha detto – sarebbe apparso normale e corretto che a eleggere il nuovo presidente fossero i componenti titolari, che sono quelli che, in questi anni, hanno partecipato ai lavori e quindi avevano pieno titolo per valutare l’operato del presidente uscente, per giudicare se riconfermarlo o sostituirlo. Peraltro, nella precedente legislatura, durante la seduta del 16 gennaio 2013, anche per sostituire un vicepresidente di commissione, l’allora dirigente del settore, richiesto del suo parere, dichiarò che la commissione, soltanto in presenza del plenum, avrebbe potuto procedere, per cui, essendo assente un componente, fu deciso di attenderne l’arrivo, prima di procedere alla votazione”.

“Oggi, invece – ha aggiunto Esposito –, questo principio è stato calpestato». Per il consigliere di centrodestra è andato in scena un «teatrino dei burattini, allorché un consigliere del gruppo politico, che dapprima, evidentemente, non aveva dato disponibilità a sostituire il suo collega di gruppo Arturo Bova, si è improvvisamente materializzato in aula, alla ripresa dei lavori (che erano stati sospesi per mancanza del numero legale), per sostituire “d’imperio” il consigliere Battaglia, di un altro gruppo politico”.
Peraltro, “trattandosi del primo atto istituzionale consumato dopo il voto del 4 marzo, appare evidente come l’ennesima dimostrazione di arroganza politica, in realtà lasci trasparire tutta la debolezza di questo centrosinistra, del resto già sancita dagli elettori calabresi. Con questa sgangherata riedizione della “presa della Bastiglia”, qualcuno ha forse pensato di portare a casa un risultato utile a rafforzare la maggioranza ma, in realtà, questa triste pagina di politica appare più come l’ultimo canto di un cigno morente che, anche laddove riuscisse a terminare la legislatura, sarà inevitabilmente spazzato via dal responso delle urne”.