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Anno giudiziario tributario, in Calabria meno pendenze ma più litigiosità: “A Vibo -30%”

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E’ quanto scrive nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario il presidente della Commissione tributaria regionale della Calabria Mario Spagnuolo

Sul piano nazionale “i dati confermano una lieve diminuzione delle nuove liti a fronte della quale si segnala un aumento importante di quelle decise, con un conseguente abbattimento dell’arretrato”. È quanto ha scritto il presidente della Commissione tributaria regionale della Calabria, Mario Spagnuolo, nella sua relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario tributario 2018.

La relazione. In Italia, aggiunge la relazione, il valore complessivo delle liti pendenti nel 2017 è pari a circa 50 miliardi di euro, da suddividere in parti uguali tra primo e secondo grado. I contenziosi instaurati ammontano a circa 212mila, con una riduzione del 18% sul 2015 e del 9% sul 2016. “L’effetto deflattivo – ha ribadito il presidente della Commissione tributaria della Calabria – è determinato, da una parte, dall’introduzione del contributo unificato, dall’altro da istituti introdotti con la riforma come la mediazione, ora obbligatoria per gli atti dal valore fino a 50mila euro, e l’impulso al ravvedimento operoso”. Secondo Spagnuolo infine “resta il problema dell’ingorgo in Cassazione, la cui sezione tributaria continua a incamerare circa 10mila ricorsi l’anno, circa il 38% di tutti i ricorsi depositati nella materia civile”.

Meno pendenze, più litigiosità. Nel biennio 2016-2017, ha reso noto poi il presidente della Commissione, le pendenze sono state significativamente ridotte, nonostante l’elevato numero delle sopravvenienze. Secondo Spagnuolo, sia la Commissione regionale sia le Commissioni provinciali si caratterizzano positivamente per aver raggiunto l’obiettivo di diminuire le pendenze per una percentuale oscillante tra il 5% quella provinciale di Crotone e il 30% quella di Vibo Valentia. Dal punto di vista territoriale, inoltre, le controversie si concentrano in maggior parte nelle due province di Cosenza e Reggio Calabria, in primo grado, mentre è significativo l’aumento delle sopravvenienze davanti al giudice dell’appello. In particolare, i dati dicono che all’1 luglio 2016 gli appelli pendenti presso la Commissione tributaria regionale erano oltre 15mila, scesi al 30 giugno 2017 a 13.736 (pervenuti nel periodo 3.035, decisi 4.481). “Questo – spiega ancora Spagnuolo – è frutto dell’impegno continuo e proficuo di tutti i giudici tributari in servizio e della struttura amministrativa” osservando poi che l’attuale situazione del contenzioso tributario “è caratterizzata da un elevato numero di controversie di modesto valore, una forte domanda di sospensione della riscossione da parte dei contribuenti, la scarsa incidenza della conciliazione giudiziaria”.
La maggiore propensione al contenzioso probabilmente non sarebbe riconducibile a una sola causa ma a una serie di variabili: Spagnuolo ipotizza una bassa qualità dell’assistenza fiscale di cui usufruiscono i contribuenti, o una resistenza a applicare l’autotutela da parte degli uffici e un’induzione strumentale al ricorso da parte dei patrocinanti, oltre che una maggior litigiosità dei contribuenti “per ragioni culturali”.