Cronaca

Truffe milionarie all’Unione Europea, 350 imputati e un processo mai nato

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Nel 2007 scattava l’operazione “Withdrawal” della procura di Palmi che scopre truffe al comparto ortofrutticolo per 45 milioni di euro

Arresti, clamore, grandi numeri. Forse troppo grandi, per poter pensare di fare un processo. Dalla chiusura delle indagini, infatti, nulla è stato prodotto, se non tentativi frustrati di mettere in piedi un processo impossibile da istruire, per numero di indagati e il notevole ritardo con il quale si era riusciti a intervenire per stroncare l’indebita percezione di fondi comunitari. I reati contestati, che ricadevano nell’arco temporale che va dal 2000 al 2006, sono andati via via prescrivendosi nell’attesa di un rinvio a giudizio impossibile da portare a casa.

Binario morto L’udienza del prossimo 8 ottobre, quindi, sarà una della ultime, prima della chiusura del fascicolo del procedimento “Withdrawal”, imponente operazione coordinata dalla procura di Palmi che ha portato alla luce una megatruffa da 45 milioni di euro perpetrata ai danni della Comunità europea, nell’ambito dei finanziamenti al comparto ortofrutticolo.

L’inchiesta All’alba del 23 aprile 2007, 45 persone erano state raggiunte da misure di custodia cautelare firmate dal gip Carlo Alberto Indellicati: 15 in carcere, 30 ai domiciliari e 20 con obbligo di firma. Iscritti nel registro degli indagati, però, finirono in tutto quasi 350 persone, tutte legate direttamente e non al mondo delle Organizzazioni di produttori (Op). Una struttura associativa molto organizzata, che avrebbe operato tra il 2000 e il 2006.
Una vera e propria organizzazione che aveva il suo centro operativo a Rosarno, nella Piana di Gioia Tauro, e che poteva contare sulla presunta connivenza di diversi funzionari regionali e provinciali. L’indagine aveva bloccato l’erogazione di altri 24 milioni di contributi illecitamente richiesti per l’annata 2006 e non erogati e operato una serie di sequestri di beni mobili e immobili per 18 milioni di euro. Blocco dell’erogazione di fondi che, in maniera inevitabile, aveva coinvolto anche quei produttori onesti che non avevano partecipato alle presunte truffe.

Il processo mai nato Intanto, nel novembre 2008, la procura di Palmi aveva chiuso le indagini chiedendo il rinvio a giudizio di 236 persone. Gli indagati erano comparsi davanti al gup solo nel 2011 e per apprendere dell’incompatibilità del Tribunale di Palmi e del trasferimento degli atti a Reggio Calabria. Tre anni, quindi, dopo la chiusura delle indagini e ne serviranno altri 4 prima che si riuscisse a comparire per la prima volta davanti al gup reggino. Si narra che per la prima udienza a Reggio Calabria servirono più di 3 ore per fare l’appello e costituire le parti. Già in quella data furono dichiarate le prime prescrizioni. L’associazione per delinquere si sta per prescrivere e, dopo l’8 ottobre prossimo, resteranno solo alcune truffe impossibili da perseguire perché si prescriveranno nei primi mesi del 2019. Viene da chiedersi come aveva pensato la procura di Palmi di gestire un processo con quei numeri: anche ipotizzando che il gup fosse riuscito a emettere il decreto di rinvio giudizio, sarebbe stato necessario sentire un migliaio di testimoni durante il processo.