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Elezioni politiche, sconfitta Pd. Fonte democratico Calabria: “Ricostruiamo un’identità”

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Il Pd Calabrese aprirà la discussione politica e la fase congressuale con l’assemblea del 19 marzo che dovrebbe indicare il percorso da seguire per il rinnovo degli organismi dirigenti entro il mese di maggio

“Il nostro partito è uscito sconfitto dalle elezioni. Ma nessuno ha ottenuto la maggioranza parlamentare. Per come sono le cose sembra un puzzle dalla difficile composizione. Atteso che, per varare un governo, è necessaria la fiducia dei due rami del Parlamento e spetta alle forze politiche che hanno vinto le elezioni avanzare delle proposte capaci di consentire loro di ottenere la fiducia delle Camere. Non a caso il nostro partito è oggi al centro del dibattito per ciò che riguarda il suo eventuale apporto alla formazione di un futuro possibile governo. La direzione di lunedì dovrà provare a dirimere, tra le altre questioni, la linea politica da assumere in una fase cruciale per il Paese, senza cadere nel rischio di anteporre le vicende interne a una visione più ampia e generale che riguarda non solo il nostro futuro come partito ma gli italiani tutti. Non serve dividersi, ne ipotizzare referendum tra gli iscritti al PD in assenza, al momento, di una intenzione politica chiara proveniente da chi ha l’onere oggi di governare. Un Partito politico serio, esprime la propria posizione politica sulle proposte che esplicitamente vengono avanzate”. Lo scrive in una nota il Fronte democratico per la Calabria, corrente del Pd. 

“Nella direzione di lunedì -sottolinea la nota – il segretario Renzi è dimissionario. La discussione dovrà affrontare con estrema chiarezza, vista la delicatezza del quadro politico nazionale e dello stato di salute del nostro partito, le vere ragioni della sconfitta che, a nostro avviso, sono da addebitare alla assenza di interlocuzione con i nostri blocchi sociali di riferimento: vinciamo nei collegi centrali di Roma e Milano e perdiamo nelle periferie, non recuperiamo il consenso dei giovani, e soprattutto il nostro partito è stato percepito come il partito dell’establishment e, in particolare al sud, dei cacicchi locali e dei comitati elettorali. Il Pd Calabrese aprirà la discussione politica e la fase congressuale con l’assemblea del 19 marzo che dovrebbe indicare il percorso da seguire per il rinnovo degli organismi dirigenti entro il mese di maggio. Nessuno si ricorderà certamente di Magorno, le cui responsabilità politiche non sono solo riducibili ai continui disastri elettorali ma, come più volte da noi sottolineato, hanno riguardato la completa incapacità di organizzare il partito per come dovuto: organismi pletorici, assenza di dibattito e proposta politica, arbitrarie sanzioni a parti a lui non piegate, miopia sui processi di innovazione e totale asservimento ai desiderata della leadership di Renzi (vedi le candidature in dispregio ai territori) e del Presidente della giunta regionale, quest’ultimo, sempre più sordo a comprendere la necessità di avere, invece, un vero partito a supporto della sua azione di governo, con il quale confrontarsi e migliorare la nostra Calabria”.

“Con il prossimo congresso dobbiamo ricostruire una identità ed una linea politica, dobbiamo riaffermare le regole della democrazia interna, dobbiamo creare le condizioni perché il partito si rinnovi e selezioni i gruppi dirigenti evitando, come nel recentissimo passato, di chiudersi nella cerchia degli amici e premiare i servi sciocchi di principi ormai decaduti, rispetto a quelli che con passione, idee e presenza nella gente possono e vogliono cambiare il Partito ed evitare così che il nostro consenso scenda a livelli ancora più bassi e diventi irrecuperabile. Per queste ragioni chiediamo un congresso vero, svolto nei giusti tempi, aperto ai territori, ai circoli, fatto di idee e discussioni virtuose, capace di determinare una linea politica in grado di riconciliare il partito con la nostra comunità, che perde tanti amici e compagni che si sentono traditi e volgono lo sguardo verso altre forze politiche. Non ci serve, dunque, un congresso con le solite primarie in cui voteranno le solite truppe cammellate che poi nelle elezioni vere non votano PD. Il partito è nostro e di chi gli vuole bene: tanti militanti e tanti elettori liberi che aspettano solo la rigenerazione di questo partito per potere affrontare le sfide del futuro in linea con la nostra storia e i nostri valori”.

“Da parte nostra proveremo a cambiare il PD calabrese cercando di allargare il più possibile il campo alle forze sane e progressiste che insieme a noi hanno voglia di incidere sulla soluzione dei tanti problemi che affliggono la Calabria e la nostra gente”.

Fronte Democratico Calabria.

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