Cronaca

Martingala, il “metodo Scimone”: le società cartiera nell’est Europa per il riciclaggio

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L’uomo residente a Bianco è il dominus del sistema di riciclaggio messo in piedi per “pulire” i soldi e farli scomparire al fisco italiano

È l’anello di congiunzione tra le due inchieste, il dominus che ricicla capitali provenienti da affari illeciti attraverso il passaggio del denaro in società cartiera ubicate all’estero che servirebbero solo per “pulire” i soldi e farli scomparire al fisco. È il “metodo Scimone”. Questi e i sodali non avrebbero avuto un rapporto esclusivo con gli imprenditori Bagalà di Gioia Tauro, secondo quanto affermano i magistrati reggini, ma «svolgevano per questi ultimi servigi alla stregua di una società di consulenza per il riciclaggio, predisposta per agire in tal senso anche nei confronti di una ben più vasta e diversificata platea di “clienti”».

Le società a Londra Infatti, dai dati emersi dalle indagini, sarebbe stato appurato che «Scimone Antonio, nel triennio 2013-2014-2015 ha trasferito in Gran Bretagna la sede legale di ben 6 aziende, per lo più presso indirizzi identici, tutte al medesimo riconducibili, in quanto formalmente intestate a se stesso e/o a propri familiari oppure ai noti prestanome di cui si è servito nel tempo».

La banda Scimone Al fine di delineare il meccanismo di riciclaggio descritto dagli inquirenti, può essere preso a esempio «l’operatività sviluppata attraverso di una società slovacca – scrivono le Fiamme gialle – da un imprenditore italiano in contropartita con soggetti residenti, prevalentemente, in provincia di Reggio Calabria.?Sulla base delle informazioni camerali e delle evidenze emerse dagli archivi…è altresì emersa la presenza di un ristretto gruppo di imprenditori di origini calabresi titolari di società italiane ed estere tra cui si sviluppa un circuito finanziario presumibilmente privo di una sostanza commerciale. Si tratta di società…su cui transitano fondi, in parte trasferiti a società estere ricorrenti, che, come emerge dalle informative trasmesse dalle Fiu estere, sono tutte di proprietà dei signori Scimone Antonio, Pulitanò Giuseppe e Rondò Ferdinando». Queste società estere fungono, secondo i finanzieri, «da collettori di fondi consentendo di interrompere la tracciabilità di detti flussi destinati, dopo ulteriori trasferimenti, ad essere monetizzati».

Il filo diretto Slovacchia-Calabria La segnalazione è stata trasmessa a carico di una società slovacca la B Miljon Doo, specializzata nel commercio di acciaio, e del suo legale rappresentante, Scimone Antonio.?La società segnalata, pur dichiarando di operare con controparti ubicate nell’Est europeo, presenta una operatività di conto, sia in entrata che in uscita, in contropartita con imprese del Sud Italia, soprattutto in Calabria, che, a loro volta, sembrano collegate con Scimone. La movimentazione sui rapporti intestati alla B Miljon Doo si commisura a oltre 2,5 milioni di euro da settembre 2014 fino a gennaio del 2016, quasi completamente riferibile, relativamente alle entrate, a versamenti di assegni, accrediti di bonifici, mentre le uscite sono costituita da pagamenti a società italiane ricorrenti. In particolare quasi tutti i bonifici in entrata, per circa 1 milione di euro, provengono da imprese con sede a Reggio Calabria, Bianco e Melito Porto Salvo.