Cronaca

Favoreggiamento latitanza del boss Fazzalari, assolta in appello Rosa Zagari

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Nello stesso processo è stata ridotta la pena di Fazzalari, da 6 a 4 anni e due mesi. L’uomo, comunque, sta scontando l’ergastolo

La Corte di Appello di Reggio Calabria ha assolto di Rosa Zagari, difesa dall’avvocato Antonino Napoli, compagna di Ernesto Fazzalari. La donna era stata arrestata in occasione dell’arresto del latitante e condannata dal gup di Reggio Calabria per procurata inosservanza pena, aggravata dalla finalità di favorire la cosca Zagari-Fazzalari. Nello stesso processo è stata ridotta la pena di Fazzalari, da 6 a 4 anni e due mesi. L’uomo, comunque, sta scontando l’ergastolo.

favoreggiamento

Rosa Zagari

Le accuse In origine la Zagari era stata accusata anche di porto e detenzione di arma, aggravato dalla finalità di agevolare la predetta cosca, poiché nell’abitazione di Trepitò di Molochio, dove aveva trovato rifugio il latitante, era stata rinvenuta una pistola con matricola abrasa, reato per il quale era già intervenuta sentenza di assoluzione.

La condanna in primo grado Con la sentenza di primo grado Rosa Zagari era stata ritenuta responsabile del solo reato di procurata inosservanza pena, aggravata dalla finalità di favorire la cosca Zagari-Fazzalari, poiché secondo quel giudice aveva prestato una concreta ed efficace attività di assistenza al convivente Ernesto Fazzalari recandosi, e trattenendosi presso l’abitazione ove il ricercato da ultimo ha trovato rifugio, aveva consentito a quest’ultimo di incontrarla senza esporsi a particolari rischi, assicurandogli la necessaria assistenza materiale e morale.

La tesi difensiva La difesa ha evidenziato che la Zagari non ha compiuto alcuna attività volontaria e specificamente diretta ad eludere l’esecuzione della pena. La condotta del reato di procurata inosservanza di pena, ha sostenuto l’avvocato Napoli, consiste in un’attività volontaria, specificamente diretta ad eludere l’esecuzione della pena, che concorre con quella del condannato ricercato. Ne consegue che non è responsabile del reato chi, pur consapevole della condizione di condannato che si sottrae all’ordine di carcerazione, non svolge alcuna specifica attività di copertura del latitante rispetto alle ricerche degli organi di polizia, ma intrattiene con questi rapporti interpersonali leciti, ove posti in essere per umana solidarietà.

La sentenza di appello La Corte, condividendo le argomentazioni difensive dell’avvocato Antonino Napoli ha assolto la Zagari. Nel medesimo processo l’ex latitante Ernesto Fazzalari rispondeva del reato di detenzione abusiva dell’arma rinvenuta nella casa di Trepitò, delle munizioni e della ricettazione dell’arma, delitti tutti aggravati dall’aver commesso il fatto con la finalità di agevolare la cosca. Il gup aveva condannato il Fazzalari a 6 anni di reclusione. La Corte d’Appello, ritenendo parzialmente fondato l’appello del difensore del Fazzalari, avvocato Antonino Napoli, ha escluso la circostanza aggravante mafiosa su tutti i capi di imputazione rideterminando la pena a 4 anni e due mesi di reclusione.

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