Cronaca

Doppio blitz tra la Toscana e la Calabria: 41 arresti e oltre 100 milioni di euro sequestrati

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E’ il bilancio della doppia operazione condotto sotto il coordinamento delle Dda di Firenze e Reggio Calabria. Sono state denominate “Vello d’Oro” e “Martingala”

Sono in totale 41 le persone arrestate nel doppio blitz di questa mattina contro la ‘ndrangheta, eseguito dalle forze dell’ordine tra la Toscana e la Calabria. Alla doppia ordinanza di custodia cautelare si aggiungono anche i decreti di sequestro di oltre 100 milioni di euro con più di 64 aziende sparsi su tutto il territorio nazionale e con ramificazioni in Slovenia, Gran Bretagna e paesi dell’Est.

Operazione MartingalaOperazione Vello d’Oro. Nel dettaglio, 14 persone sono state raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Firenze: 11 in carcere e 3 ai domiciliari, per accuse che comprendono, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, estorsione, sequestro di persona, usura, riciclaggio ed autoriciclaggio, abusiva attività finanziaria, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, trasferimento fraudolento di valori, aggravati del metodo mafioso. Oltre agli arresti, carabinieri e Guardia di finanza di Firenze, nell’operazione da loro chiamata ‘Vello d’Oro’, hanno anche sequestrato di imprese, beni immobili e disponibilità finanziarie, in Italia ed all’estero.

Operazione MartingalaOperazione Martingala. Nel blitz calabrese, sono 27 le persone colpite da un provvedimento di fermo emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, per associazione mafiosa, riciclaggio, autoriciclaggio, reimpiego di denaro, beni e utilità di provenienza illecita, usura, esercizio abusivo dell’attività finanziaria, trasferimento fraudolento di valori, frode fiscale, associazione a delinquere finalizzata all’emissione di false fatturazioni, reati fallimentari ed altro. Dalle indagini è emersa una rete di aziende impegnate nei settori più diversi – dalla grande distribuzione all’acciaio, dalle costruzioni agli appalti pubblici – tutte considerate di diretta espressione dei clan dei tre “mandamenti” della ‘ndrangheta del reggino, i Nirta-Strangio per la zona jonica, gli Araniti per Reggio città, i Piromalli per la fascia tirrenica. Tutti quanti potevano contare su imprenditori di fiducia che operavano non solo in regione, ma in tutta Italia, soprattutto in Toscana, e all’estero.