Cronaca

‘Ndrangheta, doppio blitz tra Toscana e la Calabria: i nomi degli arrestati (VIDEO)

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I dettagli dell’operazione “Velle d’Oro” che ha portato all’arresto di 14 persone. Tra queste anche il nipote di un boss di San Luca. Gli indagati sono 18

Tra i destinatari delle 14 misure cautelari emesse dal gip di Firenze c’e’ anche Giuseppe Nirta, nipote e omonimo del boss della ‘ndrina ‘La Maggiore’ di San Luca, ucciso nel 1995. Per Nirta il giudice Paola Belsito ha disposto il carcere in quanto ritenuto soggetto che opera “in collegamento, nell’interesse, a favore di articolazioni mafiose storicamente e stabilmente connotate”, le cosche Nirta di San Luca e Barbaro di Platì.

Nomi. Gli altri destinatari della misura in carcere sono: Antonio Scimone, 43 anni, di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria), Cosma Damiano Stellitano, 53 anni, nato a Melito Porto Salvo ma residente a Vinci (Firenze), Antonio Barbaro, 45 anni di Plati’ e residente a Cosenza, Andrea Iavazzo, 65 anni, nato a Fucecchio (Firenze) e residente a Pistoia, Maurizio Sabatini, 58 anni, di Santa Croce sull’Arno (Pisa), Giovanni Lovisi, 64 anni, originario di Salerno e residente a Santa Croce sull’Arno (Pisa), Lina Filomena Lovisi, 33 anni, di Santa Croce sull’Arno (Pisa), Giuseppe Pulitano’, 30 anni, di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria), Ferdinando Rondo’, 44 anni, di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria), Francesco Saverio Marando, 40 anni, di Locri (Reggio Calabria). Ai domiciliari gli imprenditori Alessandro Bertelli, 45 anni, di Empoli (Firenze) e Filippo Bertelli, 49, di Fucecchio (Firenze), e Marco Lami, 59 anni, di Santa Croce sull’Arno (Pisa). 

Diciotto indagati. Contestualmente alle misure cautelari personali, su richiesta del p,, il GIP ha disposto anche il sequestro preventivo di 12 società, 5 con sede in Italia e 7 all’estero (per queste ultime è stata avviata specifica attività di assistenza giudiziaria internazionale in Slovenia, Gran Bretagna, Austria, Croazia e Romania) e di numerosi conti correnti bancari. In totale, sono 18 le persone indagate nei cui confronti vengono contestate le ipotesi di reato che vanno dall’associazione per delinquere, all’estorsione, al sequestro di persona, all’usura, al riciclaggio ed autoriciclaggio, all’abusiva attività finanziaria e all’utilizzo/emissione di fatture per operazioni inesistenti nonché al trasferimento fraudolento di valori. È stata contestata anche l’aggravante del metodo mafioso di cui all’art. 7 della legge n. 203/91. 

La denuncia dell’imprenditore toscano. Il provvedimento giudiziario eseguito dai militari appartenenti alle due Forze di Polizia è stato emesso a conclusione di complesse ed articolate indagini, avviate a seguito di una denuncia di un imprenditore toscano in quanto vittima di un’attività di usura e di minacce operate da Cosma Damiano Stellitano (imprenditore calabrese, di fatto domiciliato a Vinci, nel fioerentino). Secondo l’accusa a a fronte di un prestito ricevuto per 30.000 euro avrebbe dovuto restituire una somma di denaro maggiorata di interessi (usurari) corrispondenti al 17% in un solo giorno (per un importo pari ad oltre € 35.000).

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