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LA RIFLESSIONE | Politiche 2018 a Vibo, il mezzecalzettificio eletto a sistema

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 I candidati selezionati non è detto che abbiano i requisiti compatibili con il profilo da parlamentare

di ROCCO TRIPODI

Leggo i nomi, presenti nelle liste di “collocamento”, dei prescelti per la competizione elettorale, e con la competenza di una (pur virtuosa) massaia , provo a fare due conti. Siamo 61.000.000 Italiani, governati da 945 parlamentari. Dividi e ottieni 1 rappresentante per circa 64.000 rappresentati; Come dire: una figura eletta di assoluta prima grandezza che assomma su di sé eccellenze ( onestà, intelletto, rigore, rettitudine, saggezza, cultura, esperienza, affidabilità, fedeltà, spirito di rinuncia, di servizio, dedizione, partecipazione, testimonianza, impegno, promozione, attivismo, emancipazione, militanza in contesti politici e sociali) di cui difettano i 64.000, i quali, evidentemente accettando questo assioma, si recano a votare, legittimando così, il concetto di totale inadeguatezza che di loro hanno i pianificatori di queste liste. Ma sarà poi vero che i candidati, severamente selezionati per noi, hanno requisiti compatibili con il profilo tracciato sopra?

Vediamone qualcuno:
C’è chi (già consigliere e assessore in giunte di destra), pur vantando un mai domo orgoglio fascista, con gagliardo italico ardore, non indugia un solo istante ad assaltare alla baionetta – il novello ducetto La Qualunque – un vantaggioso e confortevole accomodamento in un “perfido” schieramento di sinistra.

C’è chi, politico locale, gode di naturale dote di affabulatore, di gustosa comicità comunicativa, di ingenerare, in chi lo ascolti, buonumore ed allegria , per cui , se eletto, di questa sua “eccellenza”, almeno, ne godranno e si divertiranno altri, anche in ambito nazionale.

C’è chi, anch’egli già con un mandato politico, incassa quotidiani sinceri apprezzamenti: è carino con tutti, accorto professionista, nei modi e nell’aspetto impeccabile e gentile. Quella che si suol dire: una così gran brava persona! Anche più brava della mia verduraia che raramente mi vende le rape non fresche e non è mai sgarbata.

C’è chi, da diversi anni paladino della difesa dell’identità nazionale, dell’integrità territoriale, della sacralità del Tricolore, s’intruppa – molto coerentemente – con chi proclama, senza pudore, che col Tricolore si pulisce il culo e che l’Italia andrebbe divisa tra Nordici e Sudici.

C’è chi, pur avendo accumulato un debito insanabile, in fatto di credibilità, è stato ripescato perché il suo cognome porta un accento sull’ultima vocale, la qual cosa, secondo recenti studi di illustri massmediologi, sprigiona un’attrazione magnetica sulla matita, in cabina elettorale.

C’è chi, sfruttando una convention a Capo Vaticano, per chiarire un mistero che da sempre appassiona noi tutti: “Le patelle di mare di Calabria si accoppiano? Quando, ma soprattutto come”, avendo i presenti superato la dozzina, li persuade a creare una già consistente base elettorale, sufficiente per figurare nella detta lista di collocamento.

E lì si trova, per la seconda volta.

Questi sono alcuni. Ma non sarebbe difficile, avendo tempo, continuare nell’elenco. Rimane da fare un’amara considerazione: Il mezzecalzettificio è stato spudoratamente eletto a sistema!

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