Cronaca

Cane dilaniato da trappole di bracconieri a Vibo, le immagini dell’orrore: “Adesso basta”

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Il caso denunciato dalle associazioni della città e dai volontari che hanno presentato denuncia

Ancora crudeltà contro gli animali nel Vibonese, che pur davanti alle tante persone ancora “umane” deve fare i conti con gli incivili e con il bracconaggio. A segnalare l’ultimo caso, sono le associazioni animaliste e i volontari che operano sul territorio: Enpa, Ente nazione Protezione animali sez. di Pizzo; Ada, Amici degli animali; Movimento animalista Vibo Valentia; Lav Vibo Valentia e tutti i singoli volontari operanti nella provincia di Vibo Valentia.

Il caso. “La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali” diceva Gandhi, e dalle associazioni non possono fare altro che notare come “osservando dall’alto Vibo Valentia si starà rivoltando nella tomba”. In tal senso, passano alla denuncia: “Circa una settimana fa veniva segnalato un cagnolino nero taglia media con un filo intorno all’addome, da lì partono le ricerche del cane, reduci già da ciò che è successo a Gerocarne, ma di lui nessuna traccia”. Oggi, spiegano, la “cruda scoperta, che intendiamo far vedere perché tutti devono vedere e comprendere le sofferenze inutili che l’uomo arreca agli animali”. Si tratta, di “un cane dilaniato da una trappola di cacciatori, anzi bracconieri. Vi presentiamo la civiltà che va a rotoli. Vi presentiamo l’assenza di controlli sul territorio”.

L’interrogativo. Si domandano, dunque, “se in questa trappola fosse finito un ragazzo?”. E se, fosse stato “un bambino? Un cane padronale? Ma questo – chiosano – è solo un randagio e non frega niente a nessuno”.

Le trappole. Dalle associazioni, quindi, ricordano che “queste trappole sono illegali per come riporta la legge 157/92, art.21, che norma la caccia; questo è bracconaggio ed è fatto vicino alle nostre case, perché questo cane si aggirava tra contrada Sughero, viale della Pace e contrada Cocari!” Da qui, la richiesta dei volontari di “maggiori controlli sul territorio per individuare le trappole illegali, per la sicurezza – sottolineano – di uomini e animali, anche quelli dimenticati da tutti e per un senso di civiltà che ci costringe a non girarci dall’altra parte”. La caccia, concludono “è abominio, il bracconaggio ne é conseguenza”. In tal senso, le associazioni fanno sapere che provvederanno a sporgere denuncia agli organi preposti.

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