Politica

Scrutatori a Vibo tra polemiche e malumori: quando la politica fa di necessità… virtù

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La selezione degli scrutatori ha lasciato molta amarezza: nell’elenco pochi bisognosi e tante persone che un lavoro lo hanno, insieme a qualche “amico”

È tutta una questione “letterale”, quella del bisogno a Vibo. Perché il bisogno chiamava e palazzo “Luigi Razza” ha risposto. Lo hanno fatto i consiglieri comunali raccogliendo l’appello del sindaco che nella scelta degli scrutatori aveva invitato al buonsenso. Scartato, infatti, il metodo del sorteggio la decisione era stata di affidare la nomina degli scrutatori ai gruppi consiliari, con il monito di “selezionare cittadini bisognosi”. Insomma, tutta questione di bisogno. Quello che letteralmente (fonte Treccani) è “Bi?ógno s. m. [lat. mediev. bisonium, di origine germanica, prob. dal franco *bisunnia «cura»]. – Con valore generico, indica mancanza di qualche cosa: b. urgente, vivo, prepotente, sfrenato, assoluto, estremo. È di solito determinato da un compl. di specificazione (b. d’aria, di luce, di soldi), ma può essere usato anche assol., con senso affine a «necessità»”. Dal bisogno, quindi, è ripartita Vibo. E se lo dice la Treccani, il bisogno può diventare anche necessità.

Malumori. Così, all’indomani delle nomine e della pubblicazione dell’elenco, è il malumore che resta tra i corridoi del palazzo e tra le vie della città. Resta nel momento in cui affidando ai consiglieri la scelta, già una prima discriminazione per molti è stata fatta. Perché chi non aveva santi e amicizie in paradiso, chi non è abituato a chiedere bussando alle porte, dalla selezione naturalmente è rimasto fuori. Così, se anche tanti cittadini bisognosi e senza lavoro sono stati scelti, su tanti altri a pesare pare che sia stata la politica. E la campagna elettorale. Persone sicuramente meritevoli, ma la politica al servizio della gente, certo in un periodo di forte crisi, avrebbe potuto fare un passo indietro, affidandosi a criteri più equi. E soprattutto non lasciando spazio ai dubbi sulle “spartizioni” e su possibili interferenze.

L’elenco. Si sa in una città piccola, la gente mormora. E ha iniziato a mormorare leggendo i nomi. I nomi dei parenti, dei tanti che un lavoro lo avevano. Imprenditori, dipendenti, lavoratori autonomi, figli di. Tanti amici degli amici, tanti vicini ai partiti e alla campagna elettorale. Da qui, i dubbi e i malumori. Per un criterio che penalizza, nel bene e nel male. Mente il bisogno resta in attesa. Ma si sa, la politica di necessità fa virtù. E i metodi non cambiano mai.

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