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Politiche 2018, fino a 40mila euro per un posto al sole: i candidati “tassati” dai partiti

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Forza Italia chiederebbe il contributo maggiore per un posto quasi sicuro nel listino. Non sarebbero da meno tutti gli altri. Dalla Lega al Pd fino a FdI.

La corsa tutt’altro che appassionante alle candidature ha contraddistinto gli ultimi giorni di gennaio. Il “dentro o fuori” ha tenuto sulle spine fino all’ultimo decine di candidati. E le sorprese alla fine non sono mancate, neppure in Calabria. Tra i posti più ambiti, quelli ai primi posti dei listini proporzionali. Ma quale curriculum hanno chiesto i partiti per garantire uno scranno quasi certo da parlamentare? La selezione non è avvenuta certo secondo criteri meritocratici. A dettare legge è stato il portafogli. Lo ha scritto il Corriere della Sera che non ha esitato persino a rendere pubbliche le cifre necessarie per ottenere la candidatura. Secondo il quotidiano di via Solferino a Milano, Forza Italia ha preteso tra i 30 e i 40 mila euro per un seggio quasi sicuro. E questo in tutta Italia, da Nord a Sud. Ovviamente anche in Calabria, dove pare che ci sia chi è stato costretto a sborsare alle casse del partito anche molto di più. 

Strategia diversa, ma con la medesima finalità, per il Partito democratico. Oltre ai 1500 euro netti che ciascun eletto verserà di prassi al partito, per un buon piazzamento alla Camera e al Senato bisognava versare tra i 10 e 15 mila euro. Cifre contenute, ma neppure tanto! Al meccanismo, secondo il Corsera non si è sottratta neppure la Lega di Salvini che ha chiesto 20mila euro di contributo ad ogni candidato. Sia ben chiaro, si tratta di cifre che un eletto recupererebbe in pochi mesi, ma è il meccanismo perverso a far riflettere. 

Cifre decisamente più contenute in Fratelli d’Italia. La segreteria del partito di Giorgia Meloni pare si accontenti di 5mila euro. Campagna elettorale a carico dei candidati – secondo il Corriere – in Liberi e Uguali. Ovviamente gli eletti non sfuggiranno dal versamento di 1500 euro mensili al partito. 

I parlamentari eletti tra i Cinquestelle, infine, oltre a restituire la metà dell’indennità, dovranno tassarsi di 300 euro al mese da “devolvere” all’associazione Rosseau. 

Cifre valide, a quanto pare dappertutto, da Nord a Sud. D’altronde, un posto al sole, di questi tempi, non lo regala nessuno!