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Infrazioni sulla depurazione, la Calabria rischia una multa di 60 milioni all’anno

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E’ quanto emerso nel corso della conferenza stampa indetta dal governatore Oliverio per presentare gli investimenti da 260 milioni di euro nel settore della depurazione

Ammontano a circa 260 milioni di euro gli investimenti previsti dalla Regione per il sistema della depurazione in Calabria. I provvedimenti, approvati nell’ultima riunione di Giunta, sono stati illustrati dal presidente della Regione Mario Oliverio e dall’assessore alle infrastrutture Roberto Musmanno nel corso di un incontro con i giornalisti che si è svolto, oggi, nella sede della Cittadella regionale di Catanzaro e alla quale è intervenuto anche il dirigente generale del Dipartimento Domenico Pallaria. Nello specifico, gli interventi previsti per affrontare le problematiche riguardanti gli agglomerati/comuni in procedura o potenziale procedura di infrazione sono 138 per un costo complessivo di circa 195 milioni di euro. Per le ulteriori criticità del comparto fognario e depurativo il programma di interventi comprende 128 agglomerati/comuni per un consto complessivo di quasi 64 milioni euro. Il presidente Oliverio è partito da una considerazione: l’utilizzo sbagliato delle risorse.

Rischio maxi-multa. Dal prossimo mese di giugno, però, la Regione Calabria rischia di pagare circa 60 milioni di euro all’anno di multa per infrazioni alle direttive comunitarie in tema di depurazione. Il dato è emerso proprio nel corso della conferenza stampa. Le infrazioni comunitarie già accertate con sentenza esecutiva riguardano in Calabria 13 agglomerati con popolazione superiore ai 15 abitanti, i cui impianti sono stati finanziati con il sistema del project financing. Pallaria ha comunque ricordato che contro le sanzioni della Commissione europea nei confronti delle regioni italiane, compresa la Calabria, nei mesi scorsi la presidenza del Consiglio dei ministri ha fatto ricorso.

L’ottimismo di Oliverio. “In tantissimi anni – ha affermato Oliverio -, anche di gestione commissariale, è stato speso oltre 1 miliardo di euro di risorse senza riuscire a risolvere il problema e, anzi, producendo solo macerie. Ora abbiamo voltato pagina agendo con una visione di soluzione totale dell’intero problema. Prima di tutto, abbiamo realizzato una mappatura comune per Comune, impianto per impianto, il più aderente possibile alla realtà dei diversi territori. Sulla base di questo censimento, che ci ha consentito di determinare con precisione le risorse realmente necessarie per ciascun agglomerato, abbiamo approvato queste due deliberazioni, una per intervenire rispetto alle problematiche che, nel 2014, hanno portato la Commissione Europea ad attivare procedure di infrazione per il mancato adempimento delle direttive sul trattamento delle acque reflue urbane, l’altra per l’anticipazione e la prevenzione per ulteriori agglomerati, pianificando la loro risoluzione in modo organico e ragionato. Per la prima volta in questo comparto – ha evidenziato ancora Oliverio – le criticità non verranno gestite in emergenza ma si procederà intervenendo in modo risolutivo. Abbiamo scelto di indicare i Comuni come soggetti attuatori con i quali nei prossimi giorni sottoscriveremo le convenzioni con allegato un cronoprogramma, operativo dalla prossima primavera, che dovrà essere tassativamente rispettato. Le risorse che abbiamo previsto – ha rimarcato il presidente – non possono essere sprecate. Devono diventare cantieri in tempi rapidi”.

Programma ambizioso. L’assessore Musmanno” è entrato nello specifico dei dati e ha spiegato che “il programma degli interventi prioritari nel settore fognario depurativo è composto di 138 interventi per un importo complessivo di 194.533.856,29 euro da finanziare per euro 193.088.660, 24 con fondi Fsc 2014/2020 Patto per il Sud e fondi Fesr – Por 2014/2020 e per 1.445.196,05 euro con economie rinvenienti dall’Apq Tagiri – Ex Esaro”. “Dei 138 interventi programmati – ha aggiunto -, 108 interessano agglomerati ricompresi nella procedura d’infrazione comunitaria 2014/2059, mentre 30 sono quelli contenuti nella comunicazione del Ministero dell’ambiente riguardante agglomerati calabresi in imminente procedura d’infrazione. Nello scorso mese di novembre – ha inoltre evidenziato Musmanno – ai 108 agglomerati della procedura 2014/2059, per 56 viene contestato solo l’art.4 (deficit depurativo), mentre per altri 52 viene contestato sia l’art.3 (deficit fognario) che l’art.4. Invece ai 30 agglomerati in imminente procedura di infrazione, pre-infrazione per quanto riguarda la comunicazione ministeriale, per 18 vengono contestati gli art. 3 e 4, per 11 l’art.4 e soltanto, e solo in un caso, viene contestato il solo art.3. E dei 138 interventi inseriti nella programmazione prioritaria, quelli cioè a totale copertura, 27 riguardano agglomerati costieri e per i restanti 111 agglomerati non costieri”.
L’assessore ha poi detto che si prevede di appaltare circa il 90% degli interventi prima della fine del 2019 e il restante 10%, riguardanti le opere più complesse, nel primo semestre 2020 e che la fine lavori e il collaudo delle opere è stabilito per la maggior parte tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, mentre gli interventi più complessi saranno collaudati entro la fine del 2022.