Cronaca

Calabria Etica, nove rinvii a giudizio. A processo anche Ruberto e Caserta

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Tre i non luogo a procedere sentenziati dal gup Giovanna Gioia nell’ambito dell’inchiesta sui presunti illeciti commessi all’interno dell’ex ente in house della Regione Calabria

di GABRIELLA PASSARIELLO

Tre non luogo a procedere e nove rinvii a giudizio. Il gup del Tribunale di Catanzaro Giovanna Gioia ha accolto in toto le richieste del pubblico ministero Graziella Viscomi a carico dei dodici imputati finiti nell’inchiesta sulla presunta gestione illecita di Calabria Etica, illeciti che avrebbero consentito di fagocitare all’interno dell’ente in house della Regione Calabria una miriade di assunzioni. Il giudice per le udienze preliminari ha mandato a processo Pasqualino Ruberto ex presidente della fondazione Calabria Etica; Vincenzo Caserta, già dirigente generale reggente del dipartimento “Sviluppo economico, Lavoro, Formazione e Politiche sociali; Michele Parise, Patrizia Nicolazzo e Maria Francesca Cosco, presidente e componenti della commissione selezionatrice del progetto “Piano di comunicazione istituzionale”; Antonello Catanese, Domenico Pisano, Maurizio Scerra, membri del collegio dei revisori dei conti della fondazione; Caterina Ferrante, amministratore unico e legale rappresentante della Crc Consulting. Mentre ha pronunciato il non luogo a procedere per Tadiana Gabriele, Sonia Libico (difesa dal legale Eugenio Perrone), Ulisse Mancari. Il processo inizierà il prossimo 21 giugno davanti ai giudici del Tribunale collegiale del capoluogo calabrese e gli avvocati difensori, nel cui collegio compaiono i nomi di Gancarlo Pittelli, Francesco Iacopino, Francesco Gambardella, Giusy Caliò, che oggi hanno chiesto il non luogo a procedere per i loro assistiti, cercheranno di smontare il castello accusatorio.

L’inchiesta e le ipotesi di accusa. Gli imputati rispondono a vario titolo di peculato e abuso di ufficio.  La Commissione, secondo le ipotesi di accusa, avrebbe violato tutta una serie di disposizioni normative e costituzionali con la complicità dell’ex leader di Calabria Etica, favorendo ingiustificatamente alcune persone piuttosto che altre.  Sotto la lente di ingrandimento l’assunzione di una fitta rete di collaboratori effettuate anche a fini clientelari a ridosso delle elezioni al Consiglio regionale e delle amministrative comunali del 2015 di Lamezia Terme, dove Ruberto, era candidato a sindaco. Peculato e diverse ipotesi di abuso di ufficio sono i reati contestati a carico dell’ex leader di Calabria etica che gli sono costati un sequestro di oltre 361mila euro, mentre Caserta che risponde solo di abuso di ufficio si è visto notificare una richiesta di interdizione dai pubblici uffici, bocciata poi dal gip, perché nel frattempo si era dimesso dal suo incarico.

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