Cronaca

Omicidio Franzè, i Ris confermano: i Matalone hanno sparato nelle ore del delitto

Lo stub sui fratelli è risultato positivo, mentre dal libretto di caccia non risulterebbero uscite nei giorni precedenti all’omicidio

Lo stub era positivo, i fratelli Giuseppe e Daniele Matalone avrebbero sparato nelle ore in cui Michele Franzè veniva ucciso. Lo hanno dichiarato ieri in udienza alcuni carabinieri del Ris di Messina intervenuti sulla scena del delitto il 9 gennaio 2014, data in cui è stato assassinato il 64enne di Galatro. La deposizione è avvenuta davanti alla Corte d’assise di Palmi, dove si sta celebrando il processo per l’omicidio dell’agricoltore. Imputati nel procedimento sono i fratelli Daniele e Giuseppe Matalone e loro cognato Carlo Mercuri, accusato solo di favoreggiamento.

Michele Franzè

Il movente Secondo gli investigatori, Franzè sarebbe stato ucciso per motivi economici e, in particolare, per la decisione dell’anziano di interrompere la fornitura di energia elettrica e di acqua ai due giovani che hanno un appezzamento di terreno confinante con quello della vittima. 

L’arma scomparsa Nel corso dell’inchiesta, condotta dai carabinieri della compagnia di Gioia Tauro e dai colleghi della stazione di Galatro, si è discusso anche del rinvenimento, in un capanno in uso ai Matalone, di un fucile calibro 12 compatibile con l’arma del delitto e del libretto da caccia in uso ai cacciatori. L’arma sarebbe di proprietà di Giuseppe Matalone, titolare del porto d’armi, ma ieri i carabinieri del Ris hanno sostenuto che nonostante Franzè sia stato ucciso con un fucile calibro 12 non è risultato uguale a quello sequestrato. Allo stato, quindi, l’arma del delitto è non è stata ancora trovata.

Lo stub e il libretto di caccia Per quanto riguarda il libretto di caccia, secondo quanto il giovane aveva dichiarato ai carabinieri, il giorno prima dell’omicidio si sarebbe recato a caccia, ma dal libretto non risulterebbe. Da qui i dubbi su quello stub sui due imputati risultato positivo.