Cronaca

‘Ndrangheta, passa ai domiciliari il “braccio destro” del boss Domenico Bonavota

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Si tratta del 38enne Onofrio Barbieri, accusato di aver partecipato all’omicidio di Raffaele Cracolici e di Domenico Di Leo

Lascia il carcere e passa ai domiciliari Onofrio Barbieri, 38 anni di Sant’Onofrio, ritenuto dagli inquirenti il braccio destro del presunto boss Domenico Bonavota, arrestato dai carabinieri del Nucleo investigativo di Vibo Valentia nell’ambito dell’operazione Conquista messa a segno nel dicembre del 2016. Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha accolto l’istanza presentata dagli avvocati del 38enne, Sergio Rotundo e Salvatore Staiano, e così Barbieri ha potuto lasciare il carcere di Vibo dove era detenuto da oltre un anno.

Ammesso all’abbreviato. Proprio lo scorso dicembre il gup del Tribunale di Catanzaro, Barbara Saccà, aveva ammesso al rito abbreviato nove imputati coinvolti nel blitz antimafia contro i vertici e i sodali del clan Bonavota. Tra questi figurava anche il nome di Onofrio Barbieri e con lui quelli di  Francesco Fortuna, 38 anni di Sant’Onofrio; Domenico Bonavota, 39 anni di Sant’Onofrio; Pasquale Bonavota, 44 anni di Sant’Onofrio; Nicola Bonavota, 42 anni di Sant’Onofrio; Giuseppe Lopreiato, 24 anni di Sant’Onofrio; Domenico Febbraro, 25 anni di Sant’Onofrio; Francesco Michienzi, 38 anni (collaboratore di giustizia) e Vincenzino Fruci, 42 anni di Curinga. Il prossimo 26 gennaio davanti al gup di Catanzaro è in programma la requisitoria del pm della distrettuale Antonio De Bernardo e l’inizio delle arringhe difensive dei legali.

Le accuse. In 400 pagine la Dda ha ricostruito le dinamiche che avrebbero portato agli omicidi di Raffaele Cracolici, detto Lele Palermo, e Domenico Di Leo, alias Micu i Catalano, uccisi tra il maggio ed il luglio del 2004. Ricostruiti anche una serie di danneggiamenti perpetrati ai danni dell’imprenditore del tonno, Pippo Callipo, oggetto di intimidazioni alle sue aziende nel 2004 e, più recentemente, nel 2016. In particolare Onofrio Barbieri è accusato di aver preso parte ad entrambi gli omicidi contestati nell’inchiesta, quello di Raffaele Cracolici, alias “Lele Palermo”, freddato il 4 maggio 2004 a colpi di arma da fuoco a Pizzo Calabro, e quello di Domenico Di Leo, alias “Micu Catalanu”, ucciso a Sant’Onofrio in via Tre Croci il 12 luglio 2014. (mi.fa.)

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