Cronaca

Peculato e favoreggiamento all’Asp di Catanzaro, indagini chiuse per dirigenti e dipendenti

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La Procura ha chiuso il cerchio sull’indebita appropriazione di fondi della Comunità europea nell’ambito dell’inchiesta “Stop and go”

di GABRIELLA PASSARIELLO

E’ arrivata al copolinea l’inchiesta sull’indebita appropriazione e distrazione di fondi della Comunità europea, concessi alla Asp di Catanzaro per la partecipazione al progetto “Stop and go”. Il sostituto procuratore Fabiana Rapino ha chiuso le indagini a carico di 12 persone, tra dirigenti e dipendenti dell’Azienda sanitaria provinciale, accusate a vario titolo di peculato aggravato e favoreggiamento personale. Si tratta del direttore del servizio informativo Giuseppe Romano, del direttore dell’Unità operativa gestione risorse economiche Francesco Francavilla, dei dipendenti addetti al servizio informativo aziendale Silvia Lanatà, Giuseppe Fazio, Ieso Rocca e Dario Marino. E ancora Francesco Grillone collaboratore amministrativo dell’Unità operativa, addetto alla gestione di spesa dell’Asp, Giuseppe Pugliese direttore amministrativo dell’Asp di Catanzaro, il collaboratore amministrativo dell’Unità operativa gestione risorse umane Francesco Papaleo, Damiano Congiusta collaboratore dell’Unità operativa gestione risorse umane, Maurizio Rocca e Caterina Simonetta collaboratrice amministrativa dell’unità diretta da Francavilla.

Il sistema truffaldino. L’inchiesta della Procura, che il 17 luglio scorso portò la Guardia di finanza a notificare un’ordinanza di misura cautelare agli arresti domiciliari per due persone e sette misure interdittive vergate dal gip Barbara Saccà, avrebbe consentito di accertare, secondo le ipotesi di accusa, l’indebita appropriazione e distrazione di fondi della comunità europea, concessi alla locale Asp per la partecipazione al progetto “StopandGo”, che ha coinvolto diversi partner europei. L’obiettivo del progetto, cofinanziato dalla Commissione europea nel 2013 per oltre 760mila euro, è quello di definire un modello europeo per migliorare il sistema di forniture pubbliche di beni e servizi socio- sanitari a beneficio della popolazione anziana, anche con l’approvvigionamento di servizi potenziati, per garantire sistemi domiciliari più tecnologici. Investigatori e inquirenti avrebbero accertato lo sperpero di fondi da parte degli indagati una volta ottenuta l’anticipazione finanziaria dall’Ue per un ammontare di oltre 300mila euro.

Le ipotesi di accusa. Secondo le ipotesi di accusa gli indagati da settembre 2014 a marzo 2016, avrebbero ricevuto indebitamente compensi senza svolgere nessuna attività per il progetto. Giuseppe Romano avrebbe incassato 68.309,90 euro; Maurizio Rocca, 18.567,37 euro; Silvia Lanatà, 13.979,18; Giuseppe Fazio, 13.979,18; Dario Marino, 13.979,18; Ieso Rocca, 13.979,18; Francesco Grillone, 6.773,89 euro; Francesco Papaleo, 1.225,30 euro; Caterina Simonetta, 1.323,73 euro; Francesco Francavilla, 13.553,31 euro; Damiano Congiusta, 579,05 euro. Per una somma complessiva di oltre 166mila euro. Romano, responsabile unico e referente del progetto per l’Asp di Catanzaro, avrebbe reiteratamente richiesto e ottenuto per se e per altri indagati, la liquidazione di ingenti indennità “fuori busta paga” con denaro proveniente dai fondi europei, predisponendo la relativa documentazione con il concorso di Ieso Rocca.

La trasferta in Spagna. Lo stesso dirigente si sarebbe appropriato di ulteriori 13mila euro a titolo di rimborso spese per svariate trasferte, sia in Italia che all’estero, predisponendo spese giustificative false o alterate. E’ il caso del viaggio in Spagna dello stesso dirigente responsabile con al seguito il proprio nucleo familiare, addebitando i relativi costi a carico del finanziamento ottenuto. Romano, inoltre, con il concorso di Francesco Francavilla, avrebbe distratto, secondo le accuse, 122mila euro per la stipula di un protocollo operativo nei confronti di un altro partner nazionale del progetto “Stop and go” già destinatario di specifici finanziamenti. Comportamenti illeciti perfezionati, sempre secondo le ipotesi di accusa, grazie anche al favoreggiamento di Giuseppe Pugliese, che da un lato si sarebbe speso affinchè la dirigenza aziendale non denunciasse la vicenda all’autorità giudiziaria, dall’altro, avrebbe fornito indicazioni ai responsabili sulle modalità di predisposizione della documentazione giustificativa idonea a eludere i controlli. Gli indagati, assistiti dai legali Eugenio Perrone, Enzo Ioppoli, Francesco Laratta, Salvatore Staiano, Luigi Sciumbata, Giovanni Grotteria, Simone Rizzuto, Marinella Costa, avranno 20 giorni di tempo per chiedere di essere sentiti dal pm, per depositare atti e compiere ogni altro atto utile all’esercizio del diritto di difesa prima che il titolare delle indagini proceda con una richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione.

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