Cronaca

Cinquantamila euro alla cosca Giampà in cambio di voti, chiesta la condanna anche di Saverio Cappello

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E’ alle ultime battute il processo su un presunto voto di scambio politico- mafioso in occasione del rinnovo del Consiglio regionale del 3 e del 4 aprile 2005

Un anno e quattro mesi di reclusione ha chiesto il pm della distrettuale Elio Romano per Saverio Cappello, 37 anni di Lamezia coinvolto insieme ad altri sette imputati nell’inchiesta sul presunto voto di scambio politico- mafioso in occasione delle consultazioni elettorali relative al rinnovo del Consiglio regionale del 3 e del 4 aprile 2005. Il pubblico ministero aveva già formulato le richieste per gli altri imputati nel corso dell’udienza del 15 gennaio scorso. In particolare aveva chiesto davanti al gup distrettuale 2 anni e 8 mesi di reclusione per Angela De Feo; 4 anni di reclusione per Romolo Villirillo e Aldo Notarianni; 1 anno e 4 mesi ciascuno per Rosario Cappello, Pasquale Giampà, detto “Millelire” e Angelo Torcasio. Per Vincenzo Bonaddio, 58 anni, di Nicastro, che ha scelto di proseguire con l’ordinaria udienza preliminare, la pubblica accusa aveva ribadito in aula, nella scorsa udienza, la richiesta di rinvio a giudizio. La decisione del gup distrettuale di Catanzaro, tanto per coloro che hanno scelto il rito abbreviato, tanto per chi ha optato per quello ordinario è prevista il prossimo 31 gennaio, come da cronoprogramma.

Le ipotesi di accusa. Secondo le ipotesi di accusa, De Feo, proprietaria di un noto locale della movida catanzarese, in qualità di candidata in forza al partito Socialista, Nuovo Psi, per le consultazioni relative al rinnovo del Consiglio regionale della Calabria del 3 e del 4 aprile 2005, avrebbe ottenuto la promessa di voti, in cambio però dell’erogazione di una cospicua somma di danaro. Si sarebbe avvalsa dell’intermediazione di Romolo Villirillo, gregario della cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri di Cutro, per avvicinare affiliati alla cosca Giampà di Lamezia Terme, con la promessa che i voti se pagava li avrebbe ottenuti. E così Villirillo avrebbe accompagnato la candidata direttamente all’indirizzo di Pasquale Giampà, consegnando nelle sue mani ben 50mila euro. Importo poi suddiviso con Bonaddio, Notarianni, Torcasio, Rosario e Saverio Cappello. L’intervento della cosca, però, non si sarebbe rivelato sufficiente a determinare il successo elettorale della candidata, che, per la restituzione della somma si sarebbe rivolta ancora una volta a Villirillo, il quale direttamente o tramite propri sodali, avrebbe chiamato in causa esponenti di spicco della ‘ndrangheta lametina, contattati anche in ambito carcerari. (ga. pa.)

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