Cronaca

Patto per la droga tra ‘ndrine di San Luca e Rosarno, cinque condanne in Appello

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La Corte d’appello di Reggio Calabria ha assolto tre imputati e annullato per uno. IL processo nato dall’inchiesta “Imelda”

La Corte d’appello di Reggio Calabria ha inferto cinque condanne, tre assoluzioni e un annullamento ai 9 imputati implicati nel processo nato dall’inchiesta “Imelda”. Sotto inchiesta una presunta organizzazione che farebbe capo alla ‘ndrangheta dedita al narcotraffico internazionale di cocaina. La Corte ha disposto l’annullamento solo per l’imputato Stelian State, difeso dall’avvocato Barreca, per violazione del diritto di difesa perché aveva svolto il processo di primo grado senza interprete, e condannato a 14 anni di carcere, pena che era stata chiesta anche dalla procura generale alla fine.

La sentenza La Corte ha condannato Bruno Pizzata, a 28 anni di carcere (30 in promo grado), considerato l’anello di congiunzione tra le famiglia di ‘ndrangheta degli Ascone di Rosarno e Nirta-Strangio di San Luca. Antonio Ascone, a 28 anni e quattro mesi; Michele Ascone, 6 anni in continuazione; Nicola Bonarrigo, assolto anche in appello, nonostante il pg avesse chiesto 14 anni; Sergio Carretta, 13 anni e sei mesi; Antonio Costadura, difeso dall’avvocato Barillà, assolto; il pg aveva chiesto; Sebastiano Rechichi, 7 anni di reclusione dopo l’assoluzione in primo grado; Antonio Romeo, avvocato Catanzariti, assolto a fronte di una richiesta di condanna a 12 anni. Per Stelian State gli atti tornano al Tribunale di Palmi.

L’operazione Dopo tre anni di indagini, la Gdf aveva sgominato l’organizzazione di narcos capeggiata da autorevoli esponenti della ‘ndrangheta. Gli inquirenti avevano svelato una pericolosa holding criminale che muoveva cocaina proveniente dal Sud America. L’importanza dell’operazione, che si è avvalsa del fondamentale ruolo di coordinamento della Procura nazionale antimafia e della Direzione centrale dei servizi antidroga, è testimoniata non soltanto dai rilevanti carichi di droga sequestrati. Gli investigatori sono riusciti a colpire al cuore un’organizzazione di livello internazionale. I clan di San Luca e le famiglie di Rosarno, secondo l’inchiesta, si erano coalizzati per assicurarsi l’apertura di nuovi canali. Il collegio difensivo è formato dagli avvocati Catanzariti, Putrino, Contestabile, Caccamo, Barillà, Minniti, Russano e Barreca.