Cronaca

Cinquantamila euro alla cosca Giampà in cambio di voti, la Dda chiede sei condanne

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Ribadita la richiesta di rinvio a giudizio per Bonaddio, la discussione del pm a carico di Saverio Cappello è slittata al prossimo 19 gennaio

di GABRIELLA PASSARIELLO

Ha chiesto pene comprese tra i quattro e un anno e quattro mesi di reclusione il pm della distrettuale Elio Romano per sei imputati, ribadendo la richiesta di rinvio a giudizio per l’unico imputato che ha optato per il rito ordinario, mentre è stata stralciata la posizione di un ottava persona,  tutti coinvolti nell’inchiesta su un presunto voto di scambio politico- mafioso in occasione delle consultazioni elettorali relative al rinnovo del Consiglio regionale del 3 e del 4 aprile 2005. In particolare il pubblico ministero ha invocato per  Romolo Villirillo, (39 anni), di Cutro 4 anni di reclusione; per Aldo Notarianni, (52 anni), di Nicastro 4 anni di reclusione; per Rosario Cappello, (57 anni), di Nicastro; Pasquale Giampà, detto “Millelire”, 53 anni, di Nicastro; Angelo Torcasio, (24 anni), di Lamezia, 1 anni e 4 mesi di reclusione ciascuno, con la diminuente non solo per la scelta del rito abbreviato, che comporta lo sconto di un terzo di pena, ma anche perché si tratta di collaboratori di giustizia; Angela De Feo, (56 anni), di Catanzaro, 2 anni e 8 mesi di reclusione. Rinviata per Saverio Cappello, 37 anni, di Lamezia, la discussione del pm, (perché oggi in aula l’imputato non era presente) al prossimo 19 gennaio, giorno in cui inizieranno le arringhe difensive, tra gli altri, dei legali Francesco Gambardella, Giancarlo Pittelli, Rita Cellini, Giusy Caliò. Per Vincenzo Bonaddio, 58 anni, di Nicastro, che ha scelto di proseguire con l’ordinaria udienza preliminare, la pubblica accusa ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio. La decisione del gup distrettuale di Catanzaro, tanto per coloro che hanno scelto il rito abbreviato, tanto per chi ha optato per quello ordinario è prevista il prossimo 31 gennaio.

Il patto. De Feo, proprietaria di un noto locale della movida catanzarese, in qualità di candidata in forza al partito Socialista, Nuovo Psi, per le consultazioni relative al rinnovo del Consiglio regionale della Calabria del 3 e del 4 aprile 2005, avrebbe ottenuto la promessa di voti, in cambio però dell’erogazione di una cospicua somma di danaro. Si sarebbe avvalsa dell’intermediazione di Romolo Villirillo, gregario della cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri di Cutro, per avvicinare affiliati alla cosca Giampà di Lamezia Terme, con la promessa che i voti se pagava li avrebbe ottenuti. E così Villirillo avrebbe accompagnato la candidata direttamente all’indirizzo di Pasquale Giampà, consegnando nelle sue mani ben 50mila euro. Importo poi suddiviso con Bonaddio, Notarianni, Torcasio, Rosario e Saverio Cappello.

 Successo elettorale mancato. Secondo le risultanze investigative, l’intervento della cosca non si sarebbe rivelato sufficiente a determinare il successo elettorale della candidata, che, per la restituzione della somma si sarebbe rivolta ancora una volta a Villirillo, il quale direttamente o tramite propri sodali, avrebbe chiamato in causa esponenti di spicco della ‘ndrangheta lametina, contattati anche in ambito carcerari. Fatti accaduti in data antecedente e prossima al 3 aprile 2015.

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