Economia & Società

Vigili del fuoco “nonni”? Conapo replica all’Usb: interpretazioni errate ma serve distinguere

Il segretario provinciale di Cosenza Leonetti replica a Giancarlo Silipo ma ribadisce: vanno stabilizzati tutti, ma chi ha 59 anni non può essere operativo

Se dall’Usb si erano sentiti offesi perché alcuni lavoratori erano stati “chiamati nonni” e avevano replicato, di contro non ci stanno dalla segreteria provinciale di Cosenza del Conapo, guidata da Michele Leonetti, che controreplicano alle accuse del coordinamento regionale dell’Usb diretto da Giancarlo Silipo. All’oggetto l’ormai annosa situazione dei precari dei Vigili del fuoco. Per la Conapo, infatti, si è trattato di “interpretazioni personalizzate e fuorvianti fatte dal coordinatore regionale Usb nei confronti del segretario provinciale Conapo Cosenza e del sindacato che rappresento. Il tentativo è solo quello di difendere un decreto fatto male, da persone che evidentemente non capiscono il significato di operatività nei Vigili del Fuoco, accaparrandosi la paternità dello stesso, solo allo scopo di incrementare le tessere” che è considerato “un errore madornale per i Vigili del Fuoco”.

La replica. E, Leonetti, infatti, spiega “come ricordato dallo stesso coordinatore regionale Usb Giancarlo Silipo” che il Conapo “si è sempre speso per l’assunzione del personale precario Vigili del Fuoco, un’anomalia solo italiana, quella di avere personale a tempo determinato, in un corpo dello stato preposto alla sicurezza dei cittadini”. Ma c’è un ma, ed “è palese – spiega in tal senso il segretario provinciale – che le interpretazioni fatte dal coordinatore regionale dell’Usb siano di personale interpretazione, ma sicuramente chi conosce i Vigili del Fuoco ed il lavoro svolto, capisce che avere del personale sulle squadre di soccorso assunti addirittura fino alle tenera età di 59 anni e 11 mesi, è molto rischioso sia per i Vigili che per la popolazione tutta, per l’espletamento del compito istituzionale del Corpo nazionale – continua Leonetti – mai il Conapo ha detto di non assumere i precari, anzi si è sempre speso per le assunzioni degli stessi, ma considerata l’età avanzata, dovevano essere assunti con altre mansioni, magari nei magazzini, nella parte amministrativa, in altre amministrazioni statali, ma non come operativi. Ecco la stortura del decreto, che non ha tenuto conto di un fatto fondamentale per i Vigili del Fuoco, servono ragazzi di 20 anni, ma gli stessi precari che hanno dato tanto all’amministrazione potevano si trovare collocazione diversa risultando probabilmente molto più utili, considerata l’età”. Insomma, non “nonni” ma una distinzione da operare tra i lavoratori, per una questione di sicurezza.

L’impegno. In tal senso, il sindacalista rammenta che “il Conapo si è speso sempre per la loro assunzione, quindi il decreto (Fiano) immesso nella legge di stabilità del 2018 doveva rigorosamente tener conto della tipologia di lavoro propria del Corpo – non bisogna essere necessariamente soddisfatti – c’erano altre alternative, fermo restando l’assunzione a tempo indeterminato. Chi afferma il contrario è evidentemente in mala fede – replica Leonetti -. Come è noto da troppo tempo, nel corpo nazionale è stato creato un sistema inaccettabile di assunzioni temporanee e precarie che non hanno giovato né al sistema di soccorso pubblico, né soprattutto ai diretti interessati. Il governo poteva e doveva già da tempo “stabilizzare” lavoratori precari, impiegando risorse ad hoc per impiegare questi lavoratori già avanti con gli anni in settori e ruoli non operativi – conclude Leonetti – La vita dei Vigili del Fuoco è fatta di duro lavoro, specializzazioni e turni massacranti per espletare quel soccorso pubblico all’altezza delle sfide che il mondo di oggi ci offre, con la beffa per questo personale, che se assunti nel ruolo operativo, dovrà farsi la valigia ed andare a migliaia di km di distanza – Bella conquista!”.