Cronaca

Stige, la rete degli imprenditori “collusi” e le infiltrazioni nell’economia

C’era anche la produzione e la distribuzione del pane fra gli interessi della cosca “Farao-Marincola”, colpita stamane dall’operazione “Stige” ordinata dalla Dda di Catanzaro ed eseguita dai carabineri. Un vero e proprio “racket” esercitato sui rivenditori delle zone del Crotonese dominate dalla cosca, costretti ad acquistare il pane dai produttori indicati dai malavitosi. E’ uno degli aspetti evidenziati nell’ordinanza che ha portato in carcere 169 persone, fra cui amministratori locali accusati di collusione, ma anche referenti della ‘ndrangheta operanti in diverse regioni italiane ed in Germania. Un’ulteriore conferma che la mafia calabrese ha esteso i suoi tentacoli in Europa.

Imprenditori “collusi”. La cosca aveva infiltrato il tessuto economico e sociale dell’area cirotana mediante un radicale controllo degli apparati imprenditoriali, soprattutto nei settori della produzione e commercio di pane, della vendita del pescato, del vino e dei prodotti alimentari tipici, nonchè nel settore della raccolta e riciclo sia di materie plastiche sia dei rifiuti. Le indaginiavrebbero permesso di ricostruire la ramificata rete di imprenditori considerati compiacenti e collusi che, sulla base di reciproci scambi, avrebbero ottenuto pagamenti rapidi dalle Pubbliche amministrazioni, recuperi crediti, lavori e commesse (pubbliche e private) riconoscendo di contro al clan i più diversificati favori: dalle assunzioni, ai finanziamenti, all’elargizione di somme di denaro, “contribuendo efficacemente e consapevolmente – affermano gli investigatori – all’accrescimento del potere mafioso sul territorio”.

Il racket del pane. In questo quadro si sarebbe documentato il controllo da parte della cosca della produzione e distribuzione dei prodotti da forno (pane e affini), per cui i commercianti al dettaglio cirotani sarebbero stati costretti ad acquistare solo il pane prodotto dal forno di uno dei sodali e, nel contempo, gli altri concorrenti, con minacce, sarebbero stati allontanati dal territorio. Con un identico modus operandi, il sodalizio si sarebbe infiltrato anche nella gestione di servizi funebri con la creazione di un’agenzia ad hoc.

Il business del vino. Tra gli altri business quello del commercio dei prodotti vinicoli sia in Italia che in Germania. Quanto a quest’ultimo Paese, infatti, si sarebbe accertata di un’articolazione della locale nel land del Baden Wurttemberg e in quello dell’Assia, che sistematicamente riusciva ad esercitare pressioni, specie sui ristoratori calabresi presenti sul territorio tedesco, al fine di indurli ad acquistare i prodotti vinicoli di imprese che si ritiene controllate dal sodalizio (così come di altri prodotti alimentari riconducibili ad attività commerciali e imprenditoriali infiltrate dalla cosca), agendo dietro la copertura di un’associazione di ristoratori italiani.

TUTTI I NOMI DELLE PERSONE COINVOLTE (clicca qui)

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