Pasquale Pititto, ritenuto al vertice dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta, lascia così il carcere di Parma e passa agli arresti domiciliari nella sua casa di San Giovanni
Il Tribunale del Riesame di Catanzaro (presidente Giuseppe Valea) ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti di Pasquale Pititto, presunto boss dell’omonima famiglia di Mileto, coinvolto di recente nell’operazione Stammer, sugli interessi delle cosche vibonesi nel narcotraffico internazionale.
Al vertice del clan. Pititto, difeso dagli avvocati Giovanni Marafioti e Francesco Sabatino, si trovava da tempo recluso nella Casa Circondariale di Parma anche in ragione delle attuali condizioni di salute, ma la difesa ha invocato la concessione degli arresti domiciliari nella propria abitazione sita in San Giovanni di Mileto, seppure la procura avesse rilevato che i presunti interessi illeciti della cosca venissero trattati proprio all’interno della casa di Pititto, ritenuto al vertice dell’organizzazione.
Ai domiciliari. Il Tribunale aveva dapprima respinto la richiesta della difesa, ma il Tribunale di Catanzaro accogliendo le argomentazioni dei difensori Marafioti e Sabatino ha disposto gli arresti domiciliari presso l’abitazione dell’imputato.
LEGGI QUI | ‘Ndrangheta, la pentita: “Il boss comanda sulla sedia a rotelle”