Politica

Pubbliche amministrazioni, digitalizzazione resta tallone d’Achille

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“In Italia sono ancora scarsi gli ambiti di attuazione delle leggi in materia di digitalizzazione delle Pubbliche amministrazioni, ed ancora meno le competenze delle risorse umane appositamente formate sull’applicazione della normativa esistente”

La Commissione parlamentare d’inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle Pubbliche Amministrazioni della Camera ha presentato, nella sede del Cnel, la relazione finale delle attività, nell’incontro organizzato dalla Scuola Nazionale di Amministrazione Digitale (SNAD) dell’Università di Roma Unitelma Sapienza. In questa occasione l’onorevole Enza Bruno Bossio, parlamentare del PD, illustrando il lavoro di un anno di indagine nelle pubbliche amministrazioni, ha evidenziato le criticità, i risultati raggiunti e la spesa attuale impiegata nel digitale.

Enza Bruno Bossio, componente della Commissione, ha inoltre sollecitato il Governo ed il Parlamento nel portare avanti le azioni intraprese negli ultimi anni nel rafforzamento di una governance sempre più digitalizzata anche dal punto di vista legislativo, aggiornando la struttura delle commissioni permanenti e prevedendone una appositamente dedicata ai temi del digitale. “Solo attraverso una semplificazione dei processi amministrativi in funzione delle esigenze del cittadino, ed una razionalizzazione della spesa sull’innovazione della PA è possibile portare avanti l’obiettivo principale di digitalizzazione della pubblica amministrazione – ha sostenuto la Bruno Bossio – con azioni organizzative che precedano l’investimento e prevedano risorse e competenze preparate ad affrontare il cambiamento atteso”.

“E’ necessario ripensare ai processi semplificandoli – prosegue la Bruno Bossio – e non digitalizzare i processi esistenti, progettando nuove piattaforme che mettano al centro i bisogni dei cittadini e delle imprese e non solo i procedimenti amministrativi. Se non si immagina l’Italia come un unico ecosistema digitale nella relazione tra PA, imprese e cittadini, gli investimenti ITC rischiano di essere causa di costi aggiuntivi e non sostitutivi”.

Il digitale, come più volte ripetuto, non rappresenta più un settore specifico dell’economia: è il fulcro stesso dell’economia” – conclude Enza Bruno Bossio, “e solo dentro questa visione strategica si può individuare il percorso su cui sviluppare i prossimi investimenti in Ict”