Cronaca

Interruzione di pubblico servizio, assolti 19 autisti delle autolinee Lirosi di Gioia Tauro

I fatti oggetto del processo si sono svolti l’1 ottobre 2011 quando un funzionario della Motorizzazione avrebbe dovuto revisionare i mezzi

Erano accusati di interruzione di pubblico servizio alla Lirosi, ma il Tribunale di Palmi li ha assolti. Imputati nel processo, 19 autisti delle autolinee “Lirosi” di Gioia Tauro, per i quali il pubblico ministero aveva chiesto 1 anno e quattro mesi. Il giudice Minniti ha accolto la richiesta di assoluzione pervenuta dal collegio difensivo composto dagli avvocati Domenico Ascrizzi, Francesco Tripodi, Gregorio Ceravolo, Daniela Bellocco.

La storia I fatti oggetto del processo si sono svolti l’1 ottobre 2011. Gli autisti erano sul piede di guerra perché sostenevano che i mezzi impiegati dalla ditta di autotrasporto non fossero sicuri. I lavoratori da giorni protestavano perché erano preoccupati per la loro incolumità e quella dei tanti utenti che ogni giorni usano gli autobus della ditta gioiese. Quel giorno era prevista la revisione dei veicoli da parte di un funzionario della Motorizzazione civile di Reggio Calabria. Al suo arrivo al terminal, il funzionario trovò tanti autisti che protestavano. Secondo quanto emerso nel dibattimento, l’uomo incarica della revisione avrebbe deciso di sua spontanea volontà di interrompere il suo lavoro per qualche minuto e si era allontanato dai mezzi.

Il parapiglia Al suo ritorno si era accesa una accesa discussione con un gruppo di autisti che lo avrebbero aggredito. Gli stessi erano stati denunciati dal funzionario e processati separatamente. Intanto, dopo il parapiglia e l’aggressione, erano giunti sul piazzale del terminal le forze di polizia che avevano bloccato i 19 autisti, prese le loro generalità e successivamente denunciati per interruzione di pubblico servizio.

La sentenza Accusa, però, che non avrebbe trovato conferma durante il dibattimento, tanto da convincere il giudice Minniti ad accogliere le argomentazioni difensive prospettate dagli avvocati Domenico Ascrizzi, Francesco Tripodi, Rino Ceravolo, Daniela Bellocco assolvendo i 19 imputati. I legali hanno sostenuto che non c’era la prova di chi effettivamente avesse posto in essere la condotta contestata, così come allo stesso modo non fosse provata l’interruzione del pubblico servizio posto che è emerso dagli atti che il funzionario ha spontaneamente deciso di sospendere i lavori.

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