Politica

Reggio Calabria, l’amaro commento del segretario generale Uil Nuccio Azzarà

“La nostra esistenza si svolge in una perenne fase di emergenza, commissariamenti ed inutili passaggi tra una classe dirigente insipiente ed un’altra mediocre”

Non può passare inosservato quanto già più volte affermato in ordine al degrado inarrestabile che si è impadronito della nostra città, visto, peraltro, l’intervenuta autorevole certificazione rappresentata dalle classifiche stilate dal “Sole 24 ore” e da “Italia Oggi”. I dati sciorinati sono devastanti e tutti gli indicatori attinenti la rilevazione della qualità della vita ci pongono al terrificante 108° posto su 110 province monitorate. Non può essere sicuramente un conforto che a precedere Reggio nella nefasta classifica ci sia Vibo e le altre città calabresi non stiano poi così tanto bene. Siamo in piena decadenza, schiacciati, annientati, condannati da qualsivoglia elemento utile a misurare la vivibilità urbana. La nostra esistenza si svolge in una perenne fase di emergenza, a ridosso di commissariamenti ed inutili passaggi tra una classe dirigente insipiente ed un’altra mediocre. Reggio sembra aver perso il proprio senso critico, la capacità di riflettere ed elaborare, i reggini sono annichiliti, anestetizzati da anni di malgoverno/malaffare e di speranze deluse, si è smarrita la proverbiale capacità di ribellarsi a soprusi ed ingiustizie. Cotanta certificata arretratezza, deriva dallo studio di alcuni indicatori che ci allocano inesorabilmente all’ultimo posto nella macro-area “lavoro ed innovazioni”, terzultimo posto in “depositi bancari”, 91° posto per “importo medio delle pensioni”, 92° per “ricchezza e consumi”. Un vero e proprio cahiers de doléances, poi, per quanto attiene ì immigrazione sanitaria, spesa sociale pro capite e numero di pos attivi.

A peggiorare ulteriormente le cose elementi non riscontrati e non rientranti negli indicatori prescelti ma non meno gravi e negativamente percepiti dalla cittadinanza, quali, la mancanza di acqua nelle case, lo stato pietoso in cui versano le strade, l’abbandono delle periferie, l’agonia dell’economia strozzata dall’usura e dal pizzo, le tasse ed i tikets sanitari più alti d’Italia, i collegamenti da terzo mondo, (dalla stazione di Bologna parte un treno ad alta velocità ogni 15 minuti), la più alta disoccupazione giovanile. Alle nostre latitudini i LEA sono delle chimere, quando per una qualsiasi patologia di media entità si deve ricorrere ad altri Servizi Sanitari Regionali. Sempre maggiori quote di anziani, per problemi economici, rinunciano a curarsi, mentre si registra l’ennesima drastica riduzione delle prestazioni sanitarie volute dal commissario Scura che taglia 13 milioni di euro alle
Strutture Convenzionate e di questi ben 9 milioni nella provincia di Reggio. Nella sanità pubblica oramai allo sbando le liste d’attesa sono letteralmente impazzite, con stand by, per alcune specialità, di un anno ed oltre. Reggio si trova in una condizione di prostrazione sociale, morale e civile aggravata dalla presenza di una delle peggiori classi dirigenti in assoluto. Cosa mai dovrebbe succedere ancora per far registrare un sussulto di dignità, una reazione, una dimissione, una denuncia, un sintomo di vergogna, una richiesta di perdono? Assistiamo, per tutta risposta, a delle isteriche e invereconde pagliacciate che suonano quale ulteriore mortificazione ed offesa per intere popolazioni completamente abbandonate al loro destino. Auspico che su questi temi si convochi al più presto un attivo unitario tra UIL, CGIL e CISL della città Metropolitana affinché si preparino gli stati generali delle forze sociali, delle migliori esperienze di cittadinanza attiva, di quanto di importante insiste nel mondo del volontariato laico e cattolico, affinché Reggio possa ripartire da chi ne è veramente innamorato.

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