Cronaca

Gli Usa negano la testimonianza del superagente antidroga al processo a Palmi

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L’agente della Dea  chiamato a testimoniare in un maxi processo antidroga. Il Dipartimento della Giustizia ha comunicato che gode di immunità diplomatica 

La collaborazione tra la Dea e la giustizia italiana si è fermata alla fase di indagine. Il Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti d’America ha negato la testimonianza di un agente dell’Agenzia americana antidroga (Dea) che era stato chiamato a rendere dichiarazioni nel processo “Santa Fé”. La notizia del diniego è stata comunicata in udienza tramite l’avvocato del foro di Palmi Caterina Albanese, dello studio legale “Putrino e Albanese”, e dal collega Giacomo Satta.  

La storia L’inchiesta si chiamata “Santa Fé”, dal nome del centro commerciale spagnolo dove fu arrestato il broker calabrese della cocaina Roberto “Bebè” Pannunzi, fra i maggiori narcotrafficanti su scala mondiale. Nell’inchiesta coordinata dalla Dda di Reggio Calabria confluirono le indagini della Guardia di finanzia, Guardia civil spagnola e della Dea americana. L’agente della Dea Frank Hudgins fu uno dei protagonisti di quell’operazione che individuò in America Latina identici fornitori di cocaina per il mercato americano, europeo e italiano.

L’operazione Cinque le tonnellate di stupefacente sequestrate nel corso dell’operazione nei porti di Gioia Tauro, Genova, Livorno e Vado Ligure provenienti dall’America Latina.
Furono 30 gli arresti nella retata scattata nel giugno 2015, 27 dei quali scelsero il rito abbreviato e solo 3 l’ordinario. Questi ultimi stanno affrontando il processo al Tribunale di Palmi e nella lista di uno dei difensori era stato citato Frank Hudgins.

Il fatto Nella penultima udienza l’agente americano non si era presentato, ma al suo posto era giunta una nota all’avvocato Giacomo Satta e Caterina Albanese, direttamente dal Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti d’America. «In relazione alla citazione del sig. Frank Hudgins – si legge nel documento col quale i legali riportava al Tribunale di Palmi quanto appreso dall’Ambasciata americana – a comparire all’udienza celebrata lo scorso 8 novembre 2017 per essere sentito nel procedimento penale…sono stato incaricato di produrre a codesto Tribunale la nota diplomatica…trasmessa il 7 novembre 2017 dall’Ambasciata degli Stati Uniti d’America al Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Italiana». E nel documento presentato dal legale al Tribunale nell’ultima udienza si apprende che «il sig. Frank Hudgins è accreditato come funzionario diplomatico presso l’ambasciata di Roma degli Stati Uniti d’America» e per questo motivo «è assistito dal privilegio di non prestare testimonianza» come stabilito dalla Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche. Gli Stati Uniti non intende «rinunciare a tale immunità».

Niente informazioniL’Ambasciata ha anche comunicato al Ministero degli esteri «che qualunque informazione in possesso del sig. Hudgins relativa al lavoro ed alle funzioni svolte in Ambasciata è considerata dagli Stati Uniti parte integrante degli archivi e dei fascicoli della missione diplomatica i quali…sono inviolabili…gli Stati Uniti non intendono rinunciare alla inviolabilità dei propri archivi e documenti consolari». Per questi motivi, l’Ambasciata e il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d’America comunicano che «l’gente diplomatico Frank Hudgins deve ritenersi esentato dal dovere di testimoniare…».