Cronaca

Processo Overing, il pentito Trimboli svela il codici dei narcos e i contatti con i vibonesi

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Prosegue nell’aula bunker del Tribunale di Vibo l’esame del “boss dei due mondi”,  ritenuto un broker del traffico di stupefacenti a livello internazionale ed oggi collaboratore di giustizia

di PAOLO DEL GIUDICE

E’ proseguito oggi nell’aula bunker del Tribunale collegiale di Vibo Valentia presieduto da Lucia Monica Monaco, a latere Graziamaria Monaco e il nuovo giudice Martina Annibaldi, il procedimento “Overing”, che vede diciassette imputati sotto processo per il reato di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico internazionale di cocaina.

Gli imputati. L’operazione condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha portato a processo con rito ordinario (altri hanno optato per il rito “abbreviato” innanzi il gup di Catanzaro) Aniello Ambrosio, di Riccione; Riza Baco, albanese residente a Fiano Romano; Filippo Corello, di Vena Superiore(Vv); Antonio Cortese, di San Gregorio d’Ippona (Vv); Ciro Davolo, di Vibo Valentia; Michele Flemma, di Perugia, Danilo Fiumara, di Francavilla Angitola (Vv); Bruno Fuduli, di Filandari (Vv), già collaboratore di giustizia nell’inchiesta “Decollo”; Aldo Gorgaj, albanese, residente a Fiano Romano; Domenico Prestinenzi, di Vibo Valentia; Correa Gonzales Guillermo Leon, colombiano; Ferdinando Rossi, di Marano (Na); Giuseppe Schiariti, di Panaia, frazione di Spilinga (Vv); Saverio Serra, di Vibo Valentia ma residente a Campogalliano (Mo); Vito Serratore, di Pizzo Calabro; Maria Caren Alvarez Velasquez, colombiana, residente a Scandicci; Elton Zotaj, albanese, residente a Fiano Romano, latitante.

Domenico-TrimboliIl “protagonista” dell’udienza. E’ stato inizialmente sentito il maresciallo Proietti, che ha riferito circa l’attività di controllo di Aniello Ambrosio e Michele Flemma lungo il tragitto autostradale da Ancona sino al casello di Milano.
Protagonista dell’udienza, che si è protratta sino al tardo pomeriggio, è stato Domenico Trimboli (nella foto) italoargentino di nascita, ma originario di famiglia da Natile di Careri, ritenuto un broker del traffico di stupefacenti a livello internazionale ed oggi collaboratore di giustizia.
Il collaboratore di giustizia ha risposto alle domande del pubblico ministero, Annamaria Frustaci della Dda di Catanzaro. Riprendendo quanto raccontato nella precedente udienza dell’otto novembre scorso, Trimboli ha specificato il nome del titolare della falegnameria ove doveva arrivare un grosso carico di stupefacente nascosto proprio nei tronchi di legno.
Trimboli, “boss dei due mondi” dalla lieve inflessione argentina, racconta di altri episodi e personaggi conosciuti nell’ambiro del traffico di stupefacenti. Cita Enry, conosciuto a Medellìn in Colombia, che si occupava di inviare droga in Spagna; cita il “Professore”, altra persona cui veniva chiesto di estrarre la cocaina dal catrame nell’ambito di un consistente traffico di stupefacente, conosciuto tramite Fabrizio Cortese, quarantacinquenne di San Gregorio d’Ippona e principale imputato nel processo “Overing”, elemento di contatto con la Calabria, del quale un fratello ha subito un intervento chirurgico alla mascella dopo essere stato oggetto di un pestaggio a in Spagna, ove si era recato per ritirare dello stupefacente.

Linguaggio in codice. Trimboli ha chiarito altresì il significato di alcune espressioni in codice convenute via email, come “50 ragazzi”, ove per ragazzi intende i pacchetti di cocaina, nella misura di un chilo a pacchetto; e poi “Ronaldo”, volendo intendere lo Stato del Brasile, così come la Spagna veniva indicata con il nome di “cavallo” , meno evidente di quello di “toro” che più facilmente riconduce al paese iberico. 
Da Henry il collaboratore Trimboli sente parlare anche di “Ramon”, alias Fernando o Nando, che non ha mai conosciuto di persona ma che si occupa dell’estrazione dello stupefacente.
Circa i soggetti menzionati nelle intercettazioni è intervenuta l’opposizione dell’avvocato Brancia, che si è opposto alle domande del pm poiché aventi ad oggetto circostanze relative ad intercettazioni non ancora trascritte con perizia già disposta dal tribunale; a fronte della contestazione, il pm Frustaci ha precisato che le domande erano rivolte alla mera identificazione dei soggetti parlatori.
Il collaboratore racconta anche di Ismael, che avrebbe preparato i tronchi nei quali si trovava nascosta la droga. Di quest’episodio, Fabrizio Cortese avrebbe seguito l’intera procedura di inserimento dello stupefacente nei tronchi. Da Maracaibo, in Venezuela, in quell’occasione, sarebbero dovuti partire 220 pacchetti, ma l’esito è stato negativo poiché Fabrizio Cortese, accompagnato da Rocco Logozzo, sospettando di essere seguito, ha chiesto di non procedere con l’invio del consistente carico di stupefacente. I tronchi sono dunque stati ritirati dal container ove erano già stati caricati.
Altra spedizione, in codice “Ortofrutta”, avrebbe riguardato una spedizione di sostanza stupefacente in un carico di frutta, con il necessario coinvolgimento di una impresa ortofrutticola di rilevanti dimensioni. Spedizione, questa, sfumata.

Prossima udienza. Considerata l’ora tarda e l’impossibilità di concludere l’esame del collaboratore, il processo è stato rinviato all’udienza del 29 novembre per la prosecuzione dell’esame di Domenico Trimboli.

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