Cronaca

‘Ndrangheta e guardiania, dopo 20 anni assolti dalle accuse della Cordopatri

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Nove imputati sono stati riconosciuti non colpevoli dall’accusa di associazione mafiosa e estorsione. Processo nato dalla denuncia della testimone di giustizia

Sono serviti 20 anni per definire il processo nato dalla denuncia dalla baronessa Maria Giuseppina Cordopatri contro 9 imputati che erano stati rinviati a giudizio e accusati di associazione mafiosa, estorsioni e altri reati. La Corte di Cassazione, chiamata in causa per la seconda volta nel giro di due anni, ha  assolto da tutte le accuse Carmine Gerace, Antonio Gerace, classe ’45, Antonio Gerace, classe ’70, Filippo Raso, Salvatore Raso, Roberto Raso, Angiolina Rullo, Raffaele Mandaglio e Concetta Muzzupappa.

La genesi Il procedimento nasce nel 1995 dopo una denuncia da parte della Cordopatri, che accusò i fratelli Filippo e Salvatore Raso di averle fatto cedere dietro minaccia, dei terreni di sua proprietà ad un prezzo molto basso. Il processo partì a Palmi, ma dopo poco il fascicolo venne trasmesso alla Dda di Reggio Calabria. La procura distrettuale dopo una serie di indagini decise di rinviare gli atti a Palmi. Il tribunale palmese decise per il rinvio a giudizio dei nove imputati. Dopo una lunga fase dibattimentale, il collegio rinviò il fascicolo alla Dda.

Accuse per tutti Le nuove accuse a magistrati antimafia, giudici, carabinieri, polizia e sistema di protezione da parte della testimone di giustizia Cordopatri fecero cambiare il corso del processo. Accuse a rappresentanti delle istituzioni. Il processo, quindi, fu spostato a Catanzaro per legittimo sospetto. In quella sede, alla fine del primo grado, il pm chiese e ottenne l’assoluzione di tutti gli imputati. Quella decisione fu impugnata dalla procura generale che ricorse in Appello. La Corte d’appello di Catanzaro, uniformandosi ai giudici di primo grado, assolse tutti gli imputati.

La prima Cassazione La Procura generale decise a quel punto di ricorrere in Cassazione. I giudici di piazzale Clodio, dopo avere sentito le parti, decisero di annullare con rinvio la sentenza della Corte d’appello di Catanzaro e ordinando un nuovo processo di secondo grado. Una nuova sezione della Corte d’appello del capoluogo di regione emise la sua sentenza assolvendo, per l’ennesima volta, i 9 imputati nel procedimento. Tutto finito? No, perché la Procura generale di Catanzaro impugnò quest’ultima sentenza e ricorrendo di nuovo in Cassazione.

Dopo 20 anni La fine del processo durato vent’anni è arrivato, infine, ieri pomeriggio, quando la Corte di Cassazione ha dichiarato illegittimo il ricorso della Procura generale di Catanzaro e assolvendo, di fatto, gli imputati. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Domenico Putrino Giuseppe Milicia e Giuseppe Bruno.