Cronaca

I Bellocco di Rosarno, la Sacra Corona Unita e il business del pesce

carabinieri-ros-4.jpg

La visita al boss di Rosarno Umberto Bellocco al mafioso pugliese Cataldo Caporosso che diventa “padrino” e chiede un favore

«Da oggi in poi gli dovete dire che avete il “padrino” a ve l’ha dato Umberto Bellocco, senza nessuna…perché sono all’altezza di darvelo io personalmente. Oggi stesso!». Era partito da Massafra, in provincia di Taranto, per porgere i suoi omaggi all’anziano boss Umberto Bellocco uscito dal carcere dopo più di 20 anni. E il mammasantissima della ‘ndrangheta avrebbe ricambiato quella cortesia conferendogli la carica di “padrino.
Cataldo Caporosso è un pezzo da novanta della Sacra corona unita, la mafia pugliese, che due giorni fa è stato arrestato insieme ad altri 49 indagati nell’inchiesta della Dda di Lecce, accusati a vario titolo di associazione mafiosa e una serie di altri reati, tra i quali le infiltrazioni mafiose nel mercato ittico pugliese.

sacra corona unita bellocco

Umberto Bellocco

Cortesia e affari. Dall’inchiesta della procura di Reggio Calabria del 2014 denominata “Sant’Anna”, che aveva rispedito in carcere Bellocco dopo soli tre mesi di libertà, erano emersi rapporti datati nel tempo tra la Bellocco e la Sacra corona. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe stato proprio il boss rosarnese a conferire le prime cariche consentendo la nascita della criminalità organizzata pugliese. Nell’ordinanza “Lampo”, emessa dal gip di Lecce lunedì scorso, emergono nuovi particolari sulla visita di Caporosso a Rosarno: non solo un incontro di cortesia, ma anche di affari. E questo Bellocco lo avrebbe capito al volo. Quella conversazione è stata registrata dagli investigatori e finita prima nell’inchiesta reggina sulla cosca Bellocco e poi su quella della procura leccese.

Niente è gratis. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Caporosso dopo il lungo soggiorno in carcere con Umberto Bellocco e altri membri della cosca rosarnese, conosce molte cose del boss e della sua famiglia. Saprebbe anche che “Assi i mazzi”, così viene chiamato Umberto Bellocco, ha una sorella sposata a Bagnara Calabria e vorrebbe sfruttare quel contatto per riuscire a comprare partite di pesce a buon mercato e pagarlo con comodo. Bellocco, secondo quanto si legge nell’ordinanza del gip di Lecce, avrebbe mangiato la foglia e tra un brindisi, qualche ricordo della vita carceraria e il conferimento della nuova carica, avrebbe dato via libera all’affare.
«Dopo l’uscita di Caporosso e consorte – si legge nell’ordinanza – dall’abitazione, Bellocco Umberto, confrontandosi con uno (non identificato) dei presenti rimasto in case faceva il punto della situazione, non dissimulando di attendere (in future) un riscontro in ordine alle parole riferitegli dal Caporosso…». «Ora vediamo – dice Bellocco – se è vero o se bluffa», già prevedendo per sé una parte degli introiti che avrebbe comportato l’affare del pesce: «che vado a glielo dico io quando posso andare, se fanno l’affare mi tocca un pezzo…a contemporaneamente ne ha scelto tanti urgenti lavori».

Il favore costa il 30%. L’affare è “caldo” e il giorno dopo in casa del boss si torna a parlare di Caporosso e del nuovo business. Il nipote di Giuseppe Bellocco chiedeva lumi: «Oh, Umberto questo che è venuto l’altro giorno alla fine, questo della Puglia chi era ella fine..». «…Gli ho detto – risponde “Assi i mazzi” spiegando il vero motivo della visita – se vi devo servire in qualche cosa parlatemi, a disposizione…lui è un pisciagliolu (pescivendolo, ndr) ha le cose, alla grande no commercia pesce all’ingrosso, voleva una raccomandazione qua a Bagnara per dirgli noi se può fare…noi con questo di Bagnara siamo amici, gli ho detto io di andare là di fargli il nome mio se lo può favorire per pagare a tratte (pagare a rate, ndr)». Bellocco evidenziava i suoi interessi in caso di successo: «…e poi quando stabiliscono il lavoro se prendono veramente il lavoro l’appalto regolare, a noi ci deve dare il trenta per centro, se veniamo a farti fare l’affare non è che lo fai tu, tu quando compri e tu quando vendi, devi dare una parte tu e una parte quello che poi glielo stabilisco io». Perché il rispetto è il rispetto per Umberto Bellocco, ma «per niente non faccio niente».

Più informazioni