Cronaca

Droga, pistola e munizioni in casa, 49enne di Limbadi passa ai domiciliari

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Lo ha disposto il Tribunale del Riesame di Catanzaro. La vicenda risale allo scorso mese di giugno

di PAOLO DEL GIUDICE

Rocco Moisè, 49enne di Limbadi tratto in arresto nel giugno scorso, con l’imputazione -provvisoria- di detenzione abusiva di munizioni e di una pistola con matricola abrasa, oltre che per il possesso di sostanza stupefacente del tipo “marijuana”, ha ottenuto dal Tribunale del Riesame di Catanzaro la sostituzione della misura cautelare della detenzione in carcere con la meno afflittiva misura della detenzione presso il proprio domicilio.

L’appello al Tribunale del Riesame. Il Tribunale collegiale del capoluogo di regione ha accolto l’appello proposto dai difensore di Moisè, avvocati Francesco Sabatino e Giuseppe Di Renzo, avverso l’ordinanza del 25.08.2017 con la quale il Giudice delle indagini preliminari di Vibo Valentia rigettava l’istanza avanzata dalla difesa con cui si invocava la revoca o la sostituzione della misura cautelare in atto applicata al 49enne di Limbadi, valorizzando il comportamento corretto mantenuto dall’indagato, l’insussistenza di elementi concreti di pericolo di reiterazione di condotte criminose, anche in rapporto al trattamento applicato ad altro soggetto in diverso procedimento per contestazioni analoghe. Non del medesimo parere il GIP, che disattendeva le tesi della difesa in considerazione della gravità del reato e della mancanza di nuovi elementi che potessero incidere favorevolmente sulla complessiva posizione dell’indagato.

I “domiciliari”. Il Tribunale catanzarese conferma in sostanza l’esigenza di applicare al Moisè una misura cautelare di tipo detentivo, in ragione del quantitativo di sostanza stupefacente, della dichiarata -in sede di interrogatorio- disponibilità dell’indagato a far ricorso a condotte illecite in riferimento alla detenzione e destinazione allo spaccio dello stupefacente, senza contare la presenza di un’arma clandestina oltre che di numerose munizioni di diverso calibro. Valorizzando tuttavia il comportamento dell’indagato collaborativo e sintomatico della resipiscenza, lo stato di incensuratezza e il tempo trascorso dall’applicazione della misura detentiva in carcere, certamente dotata di efficacia deterrente, il Collegio dei giudici ha accolto le tesi della difesa ed applicato la misura degli arresti domiciliari al Moisè.

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