Economia & Società

A scuola senza libri in braille nè sostegno, 10 anni di diritti negati a “spese” della famiglia

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La denuncia della madre della ragazza che chiede risposte ed è pronta ad andare avanti nel nome di un diritto che deve essere riconosciuto alla figlia 

È una denuncia che parte da lontano. Parole che hanno fatto rumore, ma che non sono bastate. La storia della bambina cieca, oggi 15enne, che da dieci anni lotta con la burocrazia, arriva da lontano. Da lontano, ma ancora oggi senza soluzione. Perché la campanella a scuola è suonata da oltre un mese, ma per lei – anche quest’anno – di docenti specializzati e libri in braille non se ne sono visti. In dieci anni di lotte solo qualche “briciola”, come se il diritto allo studio e all’integrazione dei diversamente abili, fosse un favore. Ma per un anno in cui il problema è stato risolto – ci sono anche sentenze del Tar – si sono presentati quelli successivi, dove il problema si è riproposto. Sempre uguale. Così anche quest’anno per lei che è cieca ma non diversa, nulla è cambiato. E quei diritti calpestati restano lì a futura memoria.

Il caso. Ad avere sollevato il caso, quest’anno, l’associazione “Io vedo con le mani onlus”; una denuncia raccolta dal Garante per l’Infanzia, Antonio Marziale, che ha convocato il sodalizio e tutte le parti coinvolte (Comune, Provincia, Regione, Miur, Ufficio scolastico) chiedendo, in ultimo, anche un’audizione urgente in III commissione regionale Sanità. L’ha detto chiaramente Marziale che non farà sconti a nessuno, così come ha denunciato i tagli che sono stati effettuati sul diritto allo studio per i disabili.

L’ennesima denuncia. Ma è una battaglia lunga questa, e la famiglia della ragazza non intende mollare né fare passi indietro. Perché davanti ai loro occhi c’è una ragazza a cui viene negato un diritto. Da qui, l’ennesima denuncia della madre, considerato che tutte le spese è la famiglia a sostenerle. “Sono anni che il suo diritto allo studio non solo non viene garantito, ma viene calpestato”. Per questo vanno avanti e i ricorsi al Tribunale amministrativo vanno avanti. In tutto tre e non è escluso che ravvisando estremi di reato, si vada anche oltre il Tar, “non voglio fermarmi – ha dichiarato – e chi nel corso di questi anni ha sbagliato è giusto che paghi”.

Diritti. Nessun diritto, insomma, nessuna attenzione e, infatti, la famiglia per poter fare frequentare la scuola alla ragazza deve sostenere da sola tutte le spese. “Siamo stati costretti a pagare di tasca nostra l’assistente di comunicazione e una parte della trascrizione dei libri in braille. È l’unico modo per consentirle di frequentare l’anno scolastico. In tutti questi anni di scuola, mia figlia non ha mai avuto insegnanti di sostegno in grado di poterla aiutare, nessuno di loro conosceva il braille”. E, come aveva già spiegato Marziale, “non si tratta di un caso isolato, solo in Calabria ci sono molti bambini e ragazzi non vedenti che si trovano nella stessa condizione di mia figlia”.

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