Cronaca

‘Ndrangheta a caccia di consensi anche sui social network

manzini-staropoli-lamezia.jpg

Se ne è discusso al Liceo Scientifico di Lamezia Terme in un incontro al quale ha preso parte, tra gli altri, anche il procuratore aggiunto di Cosenza Marisa Manzini

Si è svolto al liceo Scientifico di Lamezia Terme, l’incontro promosso dalla dirigente scolastica Teresa Goffredo, dall’Associazione “ConDivisa”, dal Movimento Antimafia “AmmazzateciTutti”, e dal quotidiano online “Sostenitori delle Forze dell’Ordine” dal titolo “Consenso sociale e consenso social” , un workshop rivolto a studenti ed insegnanti per formarli sui pericoli della rete e dei social network.

Contro ogni forma di cyber-abuso. Ad introdurre i relatori l’avvocato Rosanna Cataudo che ha annunciato l’incontro come, “l’inizio di un percorso di educazione alla legalità in una terra, la nostra, dilaniata dal seme della illegalità”. La preside dell’Istituto ‘Galilei’ Teresa Goffredo illustra il progetto gratuito volto a prevenire ogni forma di cyber-abuso, promosso dall’Osservatorio per il monitoraggio della mafia sui social network dell’Associazione “ConDivisa”, al quale anche il Liceo “Galilei “ aderisce. “Si tratta di una serie di iniziative fondamentali, per far comprendere ai ragazzi l’importanza di riflettere soprattutto quando si trovano sui social, per evitare conseguenze gravissime, anche dal punto di vista penale”. Il workshop è stato moderato dal presidente dell’associazione ‘ConDivisa’ Lia Staropoli, che ha ringraziato gli ospiti e ha spiegato l’importanza di questa serie di incontri formativi . “I ragazzi trascorrono la maggior parte del loro tempo sui social, gli adolescenti che vivono in contesti particolarmente a rischio appaiono più esposti ad essere reclutati dagli “eroi negativi”, che, purtroppo, spopolano sui social. Serve un monitoraggio continuo per consentirne l’immediata individuazione e la conseguente segnalazione alle Forze dell’Ordine e all’ Autorità Giudiziaria. L’osservatorio nasce per monitorare costantemente gli spazi virtuali interessati dal fenomeno mafioso, elaborarne i criteri d’ individuazione e le proposte di legge per neutralizzare il pericolo sui social, un luogo virtuale frequentato assiduamente da giovanissimi, talvolta indifesi. E’ necessario formare i ragazzi alla consapevolezza che un apparente innocuo “like”, se messo al “post” sbagliato, potrebbe sostenere una delle più efferate organizzazioni criminali, così come un commento spensierato potrebbe avere conseguenze dal punto di vista penale, oltre ad incentivare il consenso sociale della criminalità organizzata e ad avallare le condotte criminali poste in essere dai mafiosi. Per questo ringrazio la dottoressa Marisa Manzini che, per prima, ha aderito al progetto dell’Osservatorio e, a proprie spese viene nelle scuole con noi ad illustrare ai ragazzi tutti i pericoli della rete, e un ringraziamento particolare intendo rivolgerlo anche alle donne e agli uomini delle Forze dell’Ordine sempre al nostro fianco, oggi rappresentati dal Primo Dirigente del Commissariato di Lamezia Marco Chiacchera. L’unica, autentica antimafia – rimarca la Staropoli – è costituita da Magistrati e Forze dell’ordine, pertanto fondi e risorse devono andare a loro che garantiscono il bene fondamentale della sicurezza a tutti i cittadini”.

‘Ndrangheta e social. Si sofferma poi ad illustrare una serie di gruppi, profili social ,e blog, nei quali gli utenti a vario titolo collegati alla ‘ndrangheta, il primo dirigente del Commissariato di Lamezia Terme Marco Chiacchiera ha spiegato ai ragazzi quanto potrebbe essere dannoso ispirarsi a modelli negativi anche sui social, il mafioso “in realtà è uno sconfitto e il suo destino è di essere sempre braccato dalle cosche avverse, di poter essere ucciso, di cambiare residenza se collaboratore di giustizia, di rischiare il carcere duro del 41bis e di vedere i beni illecitamente ottenuti confiscati o sequestrati senza quindi che, né lui né la sua famiglia possano goderne. Essere mafioso pertanto non è né dignitoso né onorevole, bisogna fare il bene di questa terra meritevole, ha aggiunto, e ispirarsi a modelli e personaggi positivi. Sui social è bene affidarsi alla propria intelligenza e, quando notiamo un sito o qualcosa che non ci convince o, che tende a farci aderire forzatamente a una certa idea deviata segnalarlo, denunciare alle Forze dell’Ordine, noi siamo sempre a vostra disposizione, deve essere una priorità, perché, una foto, un post, un like, o un profilo di interesse tra i vostri contatti, lasciano traccia per sempre su internet ed i nostri reparti sono formati ad invidiarli”. Il Procuratore aggiunto di Cosenza Marisa Manzini illustra ai ragazzi i pericoli sui social: “I social ci portano ovunque, ci aprono le porte della conoscenza ma hanno anche degli aspetti che è bene conoscere. Si tratta degli aspetti negativi della rete che possono farci prendere delle vie sbagliate e spingerci in reti pericolose come quelle ‘ndranghetiste che, sempre di più, puntano ad adescare sul web persone e minori>>. Il Procuratore, dopo aver spiegato ai ragazzi la definizione di cyber bullismo e le condotte che integrano la fattispecie, prosegue soffermandosi ad elencare gli interventi che offre la legge sul cyber bullismo a tutela dei minori che vengono presi di mira sui social: pensate che alcuni vostri coetanei, particolarmente sensibili, si sono suicidati perché offesi ripetutamente sui social, essere nel mirino di gruppi social consente ai minori alcuni interventi diretti, come la possibilità di chiedere la rimozione delle immagini o dei commenti dal contenuto lesivo, anche per i minori autori di questi reati scattano delle conseguenze immediate, come l’ammonimento del Questore. In determinati contesti i social vengono strumentalizzati direttamente dalla ‘ndrangheta, parlatene anche a casa con le vostre famiglie”.

Più informazioni