Cronaca

Omicidio Montilla, non reggono le dichiarazioni dei pentiti. Assolto Chirico

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Il pm aveva chiesto per l’imputato conosciuto come  “u batteru” 30 anni di carcere

di GABRIELLA PASSARIELLO

Assolto per non aver commesso il fatto. Colui che, secondo le ipotesi accusatorie, avrebbe accompagnato il killer a bordo di uno scooter nel luogo in cui doveva essere condannato a morte Vincenzo Montilla, freddato con quattro colpi di pistola al viso, mentre era seduto su una panchina in località Bella a Lamezia Terme il 9 agosto del 2000 è stato scagionato dall’accusa di concorso in omicidio aggravato dalle modalità mafiose, dal gup Assunta Maiore. Per Domenico Chirico, “u batteru”,  35enne, affiliato alla cosca Giampà, il pm della distrettuale di Catanzaro Elio Romano aveva, invece, invocato il 20 luglio scorso, al termine della requisitoria, 30 anni di carcere. Nel corso della requisitoria la pubblica accusa aveva riferito che l’ esecutore materiale dell’omicidio fu Pietro Pulice, (ucciso a sua volta nel 2005, il cui cadavere fu trovato carbonizzato nella sua auto nelle campagne di Lamezia) e ad accompagnarlo fu proprio Chirico che nel 2000 cominciava a muovere i primi passi nel clan. Montilla, secondo gli inquirenti, fu ucciso per vendetta da Pulice, che avrebbe deciso di fargliela pagare per essere finito in carcere in seguito ad un omicidio avvenuto negli anni 80, quello di Francesco Albisi.

Un delitto rispetto al quale prima fu accusato e arrestato lo stesso Montilla, poi scagionato dalle dichiarazioni della compagna, che aprirono però le porte del carcere allo stesso Pulice. Un’accusa considerata da lui un’infamia da non dimenticare, perché gli costò anni di detenzione. A rivelare l’esecutore e il movente del delitto Montilla, furono gli stessi collaboratori di giustizia, da Rosario Cappello a Giuseppe Giampà e a Gennaro Pulice. “Ricordo – rivelò Cappello – che una volta ho chiesto, quando sono uscito dal carcere, mi sono incontrato con Pulice Pietro e ho chiesto… siccome io ero anche di Bella, se sapeva qualcosa di quell’omicidio lì e lui mi aveva riferito che era stato lui ad ucciderlo e anche Domenico Chirico detto “u batteru” che aveva guidato la motoretta. E poi io gli ho chiesto, ma come mai, era un ragazzo buono questo Montilla, io ero anche in carcere con suo fratello a Cosenza e lui ha detto che gli aveva fatto uno sgarbo… o un’infamità oppure l’aveva accusato di qualcosa, e poi non ho chiesto più niente”. Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia non hanno retto di fronte al verdetto di assoluzione del giudice.  La Procura attenderà il deposito delle motivazioni della sentenza per ricorre in appello

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