Cronaca

Modello Riace in crisi, la procura indaga il sindaco dei migranti Lucano

Lucano e Capone sono accusati in concorso di concussione, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e abuso d’ufficio

di FRANCESCO ALTOMONTE

Il sindaco di Riace Mimmo Lucano è indagato dalla procura di Locri. Nella giornata di ieri è stato raggiunto da un avviso di garanzia e da contestuale mandato di perquisizione in merito alla gestione dei progetti del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar); Centri di accoglienza straordinaria (Cas), e il progetto per Minori stranieri non accompagnati (Msna). Gli anni finiti sotto la lente di ingrandimento dell’ufficio di procura sono quelli che vanno dal 2014 al 2016.  

lucano indagato

Mimmo LUcano

Modello in crisi Le indagini a carico del sindaco Lucano e di Ferdinando Capone, presidente di “Città futura”, l’associazione creata da Lucano e vero perno su cui gira tutto il sistema di accoglienza a Riace, segna l’inizio della crisi del famoso “modello Riace”, divenuto nel corso degli ultimi anni paradigma dell’accoglienza possibile.

Reati contestati Secondo quanto si legge nell’informazione di garanzia, Lucano e Capone sono accusati in concorso di concussione, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e abuso d’ufficio. Probabile che un peso determinante nell’inchiesta della procura di Locri lo avranno avuto i report stilati dai funzionari della prefettura di Reggio Calabria e del ministero dell’Interno, da cui dipendono i progetti di accoglienza. 

I report Negli atti di prefettura e ministero, riportati quasi integralmente in una inchiesta apparsa sul portale freejourn.com (https://www.freejourn.com/projects/18-s-p-r-a-r-siamo-padroni-a-riace) il 15 giugno scorso venivano contestati al sindaco tutta una serie di storture che minavano dalle fondamento il decantato sistema di accoglienza di Riace. Prefettura e ministero si sono interessati a singoli progetti o a loro parti. Tra conti che non tornano nella gestione dei corposi finanziamenti pubblici, figure professionali chiave assenti o non competenti per il ruolo che ricoprono nelle associazioni, collegamenti inopportuni tra le stesse associazioni che gestiscono l’accoglienza e l’amministrazione comunale, il quadro che emergeva si discostava parecchio dall’immagine di Riace consolidatasi negli ultimi anni.