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Il Tar respinge il ricorso e la Vibonese resta in Serie D. Caffo: “Andremo al Consiglio di Stato”

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Altra doccia fredda per il club rossoblù che si è visto respingere dai giudici amministrativi la domanda cautelare: “Interesse di Figc e Lega Pro superiore rispetto a quello del club rossoblù”

di MIMMO FAMULARO

Il Tribunale amministrativo regionale per il Lazio (Sezione Prima Ter), ha respinto la domanda cautelare presentata dalla Vibonese per l’annullamento della sentenza emessa dal Collegio di garanzia del Coni condannando il club rossoblù al pagamento delle spese processuali. Di fatti i giudici amministrativi proprio non sono entrati nelle questioni di merito e hanno ritenuto l’interesse di Figc e di Lega Pro relativo all’ordinato svolgimento dei campionati superiore rispetto a quello della Vibonese. Come dire: potrai avere pure ragione ma non c’è più tempo per riammetterti.

Il verdetto. Il Tar Lazio (presidente estensore il giudice Germana Panzironi, giudici consiglieri Alessandro Tomassetti e Francesca Petrucciani) ha quindi respinto la richiesta di sospensiva della decisione adottata lo scorso 15 settembre dal Collegio di garanzia del Coni non ritenendo sussistenti i motivi per concederla e riammettere la Vibonese in Serie C. Secondo i giudici amministrativi non ci sono il “fumus boni iuris” e il “periculum in mora”, cioè i due elementi necessari alla sospensione del provvedimento. In quest’ultimo caso – secondo quanto si legge nella sentenza del Tar del Lazio – il danno prospettato dalla Vibonese appare “recessivo rispetto all’interesse della Federazione e della Lega Pro all’ordinato svolgimento di due campionati, ormai iniziati, essendo state svolte, per entrambi, 5 giornate di calendario”.

Pippo CaffoScenari. A questo punto la Vibonese sembra costretta a dover  giocare il campionato di Serie D e domenica scenderà in campo al “Luigi Razza” per affrontare la Cittanovese. Pippo Caffo non si arrende andrà avanti nella battaglia giudiziaria.  “Ricorreremo al Consiglio di Stato”. L’avvocato Cesare Di Cintio presenterà il ricorso già nella giornata di domani con l’obiettivo di arrivare ad una discussione davanti al massimo organo della giustizia amministrativa nel giro di una settimana. “Andremo avanti – dice il massimo dirigente rossoblù – fino a quando sarà fatta Giustizia. Percorreremo tutte le strade: amministrative, sportive e ordinarie. Anche penali se necessario. La questione incomprensibile di questa vicenda è che Federazione e Lega Pro si sono rifiutate di eseguire un provvedimento della Corte Federale D’Appello, esecutivo secondo le norme sportive, che aveva accertato che Messina aveva giocato fino a fine campionato senza fideiussione. Ci chiediamo perché? Qualcuno ci spieghi perché per la prima volta nella storia il Presidente Federale e la Lega Pro hanno impugnato un provvedimento del massimo organo di giustizia della Federazione. Per la prima volta una società si trova come avversari la propria Federazione e la Lega di appartenenza in un caso dove avrebbe dovuto averle come alleate. Andremo fino in fondo per aver delle risposte alle nostre domande! Qualcuno prima o poi ci dovrà delle spiegazioni”.

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