Cronaca

Uranio impoverito, riconosciuta la pensione ad un ex caporale del Vibonese

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Il militare, in servizio in Kosovo, aveva contratto un linfoma contro il quale ancora combatte. Decisiva la sentenza d’Appello della Corte dei Conti

La Corte dei Conti Centrale d’Appello di Roma ha messo finalmente la parola fine ad una vicenda che risale a molti anni addietro. Protagonista, suo malgrado, un ex caporal maggiore, di 38 anni, originario di Filadelfia, nel Vibonese. Il giovanevenne assegnato in Albania, ma con operatività nel Kosovo e lì si ammalò del linfoma di Hodgkin, contro il quale ancora combatte. La causa della grave patologia contratta è stato accertato che fu l’uranio impoverito. Così la Corte dei Conti, con una sentenza storica per la nostra regione, gli ha garantito il diritto alla pensione privilegiata per la grave patologia contratta durante il servizio prestato all’esercito italiano. 

La giustizia, dunque, ha fatto il suo corso, seppur con estrema lentezza. Secondo quanto sostenuto dall’avvocato Zoccali che ha assistito P.R. di 38 anni, insieme all’avvocato Angelo Fiore Tartaglia, il militare, incorporato il 18 luglio 2001, presso il Reggimento Cav. dell’Aria Sirio di Lamezia Terme, promosso caporal maggiore, ha partecipato all’operazione “Joint Guardian” in Albania, territorio in cui è avvenuta la contaminazione, senza mai essere stato sottoposto, prima della partenza, ad alcuna osservazione medica che avrebbe potuto prevenire eventuali malattie.

A giudizio dei difensori, i militari italiani inviati in Kosovo non sarebbero stati dotati di mezzi di protezione a differenza dei soldati americani. Ma queste deduzioni non erano state sufficienti per la Corte d’Appello di Catanzaro che aveva deciso di non riconoscere la pensione all’ex militare. Dispositivo annullato dalla Corte d’Appello di Roma, rinviando la sentenza di nuovo alla Corte dei Conti, riconoscendo il trattamento pensionistica, condannando l’amministrazione anche al pagamento degli arretrati maggiorati degli emolumenti accessori. 

 

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