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A Vibo non c’è tempo per acqua e telecamere, l’affondo del Pd

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L’attacco dell’opposizione all’indomani del Consiglio che si è occupato della modifica del regolamento sulle modalità di notifica delle sedute

Acqua potabile e riprese televisive? Ma anche no. Perché discussi i punti all’ordine del giorno sulle partecipate – la ricognizione come ha spiegato l’assessore Laura Pugliese era un obbligo – con il nodo Vibo sviluppo che non è stato sciolto, e quello relativo alla modifica al regolamento del Consiglio sulle modalità di notifica delle convocazioni delle sedute, il resto è stato “noia”. O meglio, tutto rinviato. Un pomeriggio di ordinario Consiglio, insomma, quello andato in scena ieri. E la certezza per il gruppo del Pd, guidato da Giovanni Russo, è che “dopo due anni e mezzo la montagna partorisce il topolino”. Un po’ di ironia mista ad amarezza, quella degli esponenti dell’opposizione che annotano come “finalmente, un consigliere comunale di maggioranza” abbia portato “in aula una proposta”. Ma avvisano: “Non si illudano i vibonesi, niente che abbia a che vedere con uno dei tanti problemi della nostra città, bensì la modifica al regolamento del Consiglio comunale sulla modalità di notifica delle convocazioni delle sedute”. Un caso che, spiegano i dem, “è stato discusso per oltre due ore”.

Le notifiche. “C’è da dire – incalzano dal Pd – che a differenza del Bilancio, del Psc, del Piano di emergenza, questa proposta ha appassionato di più i consiglieri di maggioranza tanto da spingere questa volta diversi di loro ad intervenire”. Insomma, una seduta “troppo impegnativa da portare a termine” e, infatti, spiegano ancora dal gruppo guidato da Russo, “quando si sarebbe dovuto parlare della salubrità dell’acqua, di una maggiore trasparenza dei lavori del consiglio comunale, i consiglieri di maggioranza – chiosano – orgogliosi per aver conseguito un risultato straordinario dopo due anni e mezzo, abbandonano l’aula facendo cadere il numero legale”. Dunque, “poco importa se non si discute sulle soluzioni riguardante la rete idrica o la potabilità dell’acqua a Vibo Valentia”.

Le telecamere. Si fa sempre più forte nell’opposizione, quindi, la convinzione che “se ci fossero le riprese televisive dei lavori del Consiglio comunale i vibonesi si renderebbero conto di molte cose. Dell’impegno, del rispetto istituzionale di un consiglio comunale ridotto ad una riunione di condominio senza guida, di pareri rilasciati al momento su proposte arrivate in aula sprovvisti, di gente che viene a fare solo la comparsa e va via alla prima interruzione”. Per il Pd, però, “Vibo non merita questo. La storia di Vibo non merita questo. Ma tant’è questo è. Speriamo solo – concludono – ci si renda conto che così è la città che va a sbattere”.

Le altre questioni. Non sono mancate le polemiche sulla questione delle partecipate. L’Aula è stata, infatti, chiamata a dare il via libera alla ricognizione anche se Antonio Lo Schiavo (Progressisti per Vibo) che aveva sollevato il caso nei mesi scorsi, l’ha detto chiaro che “si è agito con troppa superficialità” e l’iter non è stato rispettato. Chiarimenti, poi, sono stati chiesti dal Pd attraverso un’interrogazione, sul Piano degli impianti pubblicitari, considerato che il nuovo era stato ritirato dall’ex assessore Nico Console.

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