Cronaca

Faida nelle Preserre vibonesi, auto salta in aria. Il ferito è un uomo vicino ai Loielo (VIDEO)

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Pochi dubbi sulla matrice mafiosa dell’attentato. Non è escluso che il fascicolo possa passare già nelle prossime ore all’attenzione della Dda di Catanzaro

di MIMMO FAMULARO

Due omicidi e tre tentati omicidi in poco più di sei mesi. Continua a scorrere sangue nelle Preserre vibonesi. La bomba esplosa sotto l’auto di Nicola Ciconte è solo l’ultimo di una serie di episodi che hanno insanguinato una zona particolarmente calda della provincia di Vibo Valentia dove da anni si combatte una guerra di mafia che vede contrapposti i Loielo da una parte e gli Emanuele dall’altra. Gli uni contrapposti agli altri per il controllo di uno dei territori più poveri d’Italia in una faida che si combatte dal lontano 2002 e che ha già lasciato sul campo decine di vittime e diversi feriti.

Savini Gerocarne Sorianello bomba sotto autoL’attentato. Ipocentro delle sanguinosa faida la frazione Savini di Sorianello. E’ qui che questa mattina poco dopo le undici un ordigno è deflagrato sotto l’auto del 28enne Nicola Ciconte, pregiudicato e ritenuto dagli inquirenti vicino ai Loielo di Gerocarne. L’auto, una Opel Astra, è saltata in aria appena il giovane ha messo le chiavi al quadro e ha acceso il motore. Nell’esplosione ha riportato la lacerazione del polpaccio destro e adesso si trova ricoverato all’ospedale di Catanzaro dove i sanitari lo hanno sottoposto ad una delicata operazione chirurgica nel tentativo di salvargli la gamba a rischio amputazione. Provvidenziale l’intervento di un infermiere del 118 presente in zona e che ha tamponato la grave emorragia salvandogli probabilmente la vita. La prognosi resta comunque riservata.

Le indagini. Nessun dubbio che si sia trattato di un vero e proprio attentato. Piuttosto i carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno guidati dal tenente Marco Di Caprio, che stanno lavorando con l’ausilio dei colleghi del Nucleo investigativo diretto dal maresciallo Staglianò e dei militari della Stazione di Soriano comandati dal maresciallo Sciacca, stanno cercando di capire chi e quando ha collocato il sofisticato ordigno sotto l’auto di Ciconte. Per quasi tutta la giornata gli specialisti della Scientifica e gli artificieri provenienti da Catanzaro hanno lavorato ai rilievi. Di quanto accaduto è stata informata la Dda di Catanzaro e non è escluso che già nelle prossime ore il fascicolo venga trasferito ai magistrati antimafia. Pochi dubbi infatti sulla matrice mafiosa dell’attentato che richiama  alla memoria quanto già successo nel luglio scorso e prima ancora a giugno.

I precedenti. Sorianello ha infatti vissuto un’estate di sangue. A fine luglio, infatti, nelle viuzze del centro storico sono stati feriti Giovanni Nesci, 27 anni, già noto alle forze dell’ordine, ed il fratello di appena 13 anni, peraltro affetto dalla sindrome di down. Almeno quattro i colpi di pistola esplosi contro Nesci, già ferito e sfuggito ad un altro agguato il 2 aprile scorso. E’ stato invece assassinato a giugno e sempre a Sorianello, Salvatore Inzillo, 46 anni ritenuto dai carabinieri del Nucleo investigativo un uomo vicino agli Emanuele. Freddato a colpi di fucile a due passi dall’ufficio postale. Mistero fitto invece sull’agguato che è costato la vita a marzo al 55enne Domenico Stambè, assassinato a Sant’Angelo di Gerocarne. Un delitto che non dovrebbe essere inquadrato nell’ambito della faida delle Preserre e che ha tuttavia inaugurato la lunga scia di sangue di questo drammatico 2017.

Il vertice. In seguito all’escalation di attentati ed atti intimidatori verificatisi in questi ultimi giorni in provincia di Vibo Valentia, il prefetto Guido Longo ha convocato in serata una riunione tecnica straordinaria di coordinamento alla quale hanno partecipato i vertici delle forze di polizia. Nel corso dell’incontro si è proceduto all’esame della situazione dell’ordine e sicurezza pubblica ai fini di una mirata applicazione di adeguate misure di vigilanza dei territori interessati dai recenti fenomeni criminali.

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