Sparatoria a Rosarno, il gip convalida il fermo di Salvatore Consiglio

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Il pregiudicato è accusato del tentato omicidio di Gregorio Cacciola. Il giudice esclude l’aggravante mafiosa e applica l’arresto in carcere

di FRANCESCO ALTOMONTE

Il gip del Tribunale di Reggio Calabria ha confermato il fermo nei confronti di Salvatore Consiglio, applicando per il rosarnese la custodia cautelare in carcere. Il fermo indiziario di delitto era stato emesso dal procura antimafia di Reggio Calabria il 20 settembre, tre giorni dopo la sparatoria avvenuta a Rosarno il 17 settembre lungo la Nazionale sud. Il gip Reggino, però, ha escluso l’aggravante delle modalità mafiose, chiesto invece dall’ufficio diretto dal procuratore capo Federico Cafiero de Raho. 

L’accusa Salvatore Consiglio, 37enne pregiudicato di Rosarno, è accusato del tentato omicidio di Gregorio Cacciola. Reato consumato la sera del 17 settembre a Rosarno. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Gioia Tauro che seguono le indagini, Consiglio si trovava a bordo della sua autovettura quando ha esploso almeno tre colpi di pistola contro la Panda su cui viaggiava Cacciola. Secondo il racconto di quest’ultimo, la sera della sparatoria stava effettuando un sorpasso quando qualcuno gli ha sparato contro, colpendo il lunotto posteriore della sua auto.

La versione di Consiglio Diversa invece la versione fornita da Consiglio ai carabinieri la sera che si è costituito accompagnato dal suo avvocato Guido Contestabile. Secondo il suo racconto, mentre stava percorrendo la Nazionale Sud la Panda lo avrebbe superato piantandosi davanti. Subito dopo, un’altra macchina lo avrebbe tamponato e bloccato. Dalla Panda che gli stava davanti avrebbe avuto l’impressione di vedere alcuni uomini scendere armati. Per questo motivo sarebbe sceso dall’auto sparando con la pistola che nascondeva in auto e fuggendo per paura di essere ammazzato.