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Vibo, caos al Centro provinciale per l’impiego. Bevilacqua: “Situazione sospesa”

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Per il senatore e componente del Movimento nazionale dei sovranisti l’ex ufficio di collocamento è ormai depotenziato e privo degli strumenti necessari per operare

“È una situazione sospesa quella del Centro provinciale per l’impiego, la cui competenza è della Regione, anche se al momento il personale resta in carico alla Provincia, che com’è noto è in dissesto. E’ la Regione che finanzia la gestione dell’ex ufficio di collocamento per due terzi con fondi comunitari e per un terzo con risorse proprie, ma i finanziamenti, che dovrebbero essere vincolati, vanno rendicontati dalla Provincia e finora trattenuti dalla banca per i debiti contratti dall’Ente”. Con queste parole il senatore Francesco Bevilacqua, componente della direzione nazionale dell’Mns, riaccende i riflettori sul Centro per l’impiego di Vibo Valentia che, bloccato tra ritardi e conflitti di competenze e funzioni, vive una situazione di estrema incertezza.

Che pasticcio. L’ex ufficio di collocamento è infatti depotenziato e privo degli strumenti necessari per poter operare. “In queste condizioni – spiega Bevilacqua – per Vibo non sarà facile applicare il decreto 150/2015 che ha dato attuazione al jobs act in tema di politiche attive del lavoro. Questo provvedimento, infatti, indica per i Centri per l’impiego un percorso complesso e degli obiettivi non facilmente raggiungibili nel quadro attuale caratterizzato da carenza di risorse finanziarie, di adeguati strumenti organizzativi, di supporti informatici efficienti in grado di garantire i contatti con l’Anpal (agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro)”. Dopo la chiusura dei Cilo (uffici periferici) nella provincia le competenze degli ex uffici di collocamento sono state accentrate su Vibo e Serra, su cui fanno capo 50 Comuni, “senza però – sbotta il senatore – mettere i due Centri in condizioni di erogare prestazioni efficienti. Oltre alla questione legata al mancato pagamento dei dipendenti che non percepiscono da circa sei mesi gli stipendi (pare che a giorni dovrebbero riceverne soltanto uno), senza risorse i servizi si svuotano in termini di qualità e di valore aggiunto”. 

L’anello debole. “Attualmente – ribadisce – a pagare le conseguenze di questa disorganizzazione è l’anello debole della catena: disoccupati, giovani, inoccupati, cassintegrati e naturalmente l’intero territorio che per un effettivo decollo deve necessariamente ripartire da un mercato del lavoro efficiente”.
“La stampa – continua il componente della direzione Mns – ha più volte segnalato le gravi criticità dei Cpi provinciali, soprattutto quello di Vibo-centro, dove spesso a mancare è addirittura la connessione internet, mentre la linea telefonica è staccata ormai da anni. A queste criticità si aggiunge l’inadeguatezza delle strumentazioni e il degrado della struttura”.

Caos istituzionale. A parere di Bevilacqua “Si tratta di un’altra falla della legge Delrio … di un sistema scardinato dallo svuotamento delle funzioni attribuite alle Province. Uno stato di caos istituzionale che sta determinando di fatto il tracollo delle politiche attive e dei servizi offerti dal centro per l’impiego, mentre Regione e Provincia si rimpallano le responsabilità”. “Fino a quando non saranno definite le risorse e le regole per il passaggio definitivo alle Regioni del personale – aggiunge – la situazione rimarrà in suspance”. Per il senatore servono dunque “risposte chiare, serve un impegno politico serio da parte di Regione e Governo. Ed è necessario così come previsto dal Jobs Act che il Governo definisca in accordo con le Regioni i livelli essenziali di politiche attive, dotando gli enti locali delle risorse per poterle attuare”.

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