Cronaca

Banda di ladri sgominata nel Catanzarese, 5 arresti. Ecco come rubavano le auto (VIDEO)

I carabinieri hanno arrestato cinque persone, tutte di etnia rom, specializzati in furti d’auto. Alcuni di loro erano sorvegliati speciali. Ora sono in carcere a Siano

di MIMMO FAMULARO

Cinque arresti ed un obbligo di dimora. E’ il bilancio dell’operazione denominata in codice “Take away” che ha permesso ai carabinieri della Compagnia di Soverato di sgominare una banda specializzata nel furto di auto. I provvedimenti di custodia cautelare in carcere sono stati emessi dal gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della locale Procura che ha coordinato un’indagine dettagliata portata avanti dal Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Soverato con l’ausilio della Stazione di Satriano.

Soverato-Operazione-Take-awayLa banda. In manette sono finiti di Domenico Amato, 29 anni; Antonio Berlingeri, 24 anni; Alessandro Bevilacqua, 32 anni; Maurizio Passalacqua, 45 anni; Alfonso Russo, 21 anni; mentre una sesta persona, un 31enne, anche lui di Catanzaro, è stato sottoposto all’obbligo di dimora nel Comune capoluogo di Regione. Sono tutti di Catanzaro e tutti di etnia rom. A vario titolo sono ritenuti responsabili di furto aggravato di autovetture e violazione degli obblighi della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. Tutti e cinque sono stati portati in carcere a Siano dove sono ora a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Il modus operandi. L’attività d’indagine ha consentito di fare piena luce su una serie di condotte finalizzate alla realizzazione di furti d’auto verificatisi nel comprensorio soveratese ad opera dei soggetti finiti al centro dell’inchiesta, alcuni dei quali sottoposti alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel comune di Catanzaro. Attraverso un analitico lavoro di riscontro sulle fonti di prova, basato, tra l’altro, sull’estrapolazione di immagini da vari sistemi di video-sorveglianza, sono stati ricostruiti numerosi episodi.  In almeno quattro casi, gli investigatori sono giunti all’identificazione certa degli autori del furto di autovetture in sosta. Il modus operandi era sempre identico. È stato accertato, infatti, che i malviventi, dopo aver preliminarmente individuato l’obiettivo, arrivavano sul luogo del furto a bordo di un’autovettura, eseguivano un primo transito e, poco dopo, si accostavano a breve distanza, scendendo repentinamente dal mezzo. A questo punto:  un primo soggetto, che forzava e apriva la serratura dell’autovettura presa di mira nel giro di attimi (4-6 secondi), entrava nell’abitacolo ponendosi al posto guida, sbloccava la chiusura del cofano del vano motore e manometteva il blocco d’accensione dell’autoveicolo;  un secondo soggetto, portando al seguito una centralina, apriva il cofano del vano motore e la installava in modo da bypassare quella già presente;  un terzo soggetto, rimaneva alla guida dell’autovettura a loro in uso e non appena si avvedeva che i propri complici erano riusciti ad avviare il mezzo da asportare, si allontanava rapidamente con questi ultimi.

“Cavallo di ritorno”. Nella maggior parte dei casi, a distanza di pochi giorni dall’episodio delittuoso, le vittime denunciavano il “ritrovamento accidentale” delle autovetture rubate, per cui non è escluso che, in relazione a detti episodi, sia stata messa in atto l’ormai nota tecnica estorsiva del “cavallo di ritorno”, consistente nella dazione di denaro in cambio della restituzione del veicolo.

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