Politica

Ultima chiamata per il nuovo ospedale di Vibo: il tempo della politica “parolaia” è finito

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Domani nuovo vertice convocato dal Prefetto: anche il programma dettato a maggio è stato disatteso. Dopo oltre dieci anni non è cambiato niente, la denuncia di Denardo (Cgil)

Sono date, prime pietre, protocolli di legalità e annunci quelli che raccontano la storia del nuovo ospedale di Vibo Valentia. Una “collezione” di parole che si perdono nel vuoto di un ospedale che, di fatto, ancora oggi non c’è. Non c’è, mentre c’è fame di sanità, mentre c’è chi per curarsi continua a mettersi in viaggio. E non c’è neanche più la speranza. Perché ci sono solo le parole. Domani sarà, quindi, un altro giorno e dopo le promesse verbalizzate il 17 maggio scorso, con tanto di cronoprogramma e di impegni, domani si torna in Prefettura. Perché dopo la denuncia del segretario della Cgil, Luigi Denardo, della scorsa settimana, il prefetto Guido Longo vuole vederci chiaro. Questa volta, infatti, le parole sono passate dal suo tavolo. E, a quanto pare, la cosa al capo dell’Ufficio territoriale del Governo non è piaciuta. Mentre la Cgil, dal canto suo, vede questa come “ultima chiamata”. Poi, fa sapere, sarà “protesta”.

La prima pietra. Risale al 2004 la prima pietra dell’opera per cui è previsto un investimento di 144 milioni di euro. Allora era tempo di benedizioni e di feste. Tredici anni fa e oggi non è rimasta neanche quella pietra. Demolita da inchieste, da intrecci di malaffare e politica. Così, per le promesse: ci fu il tempo dell’ex Governatore Scopelliti che nel luglio 2013 all’Asp di Vibo annunciava “a breve” l’avvio dei lavori”, entro il 2015 Vibo avrebbe dovuto avere il suo ospedale. Sempre Scopelliti, il 10 settembre del 2014, fissava un altro termine per la fine dei lavori nel giugno 2017. Non l’unico, comunque, considerato che dal palco di piazza Diaz in piena campagna elettorale un altra promessa arrivava dall’altro “lato”. Sul palco era il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio che dopo la firma del patto di legalità, prometteva che il cantiere sarebbe stato aperto entro settembre 2015. Queste solo le principali tappe – tra queste qualche cronoprogramma “fornito” dal commissario Scura. Una sintesi, ma quanto basta per tornare all’attualità e all’ospedale che non c’è.

L’ultimo appuntamento. Quindi, si arriva al 2017. Senza né cantieri né lavori. Nuove date, però, sono state fissate. Lo scorso 17 maggio, infatti, a Vibo Valentia in Prefettura si erano riuniti tutti gli attori del caso ospedale: Regione, Comune, Provincia, sindacati e ditta. Le date erano state messe per iscritto: a gennaio 2018 l’avvio dei lavori e, salvo complicazioni, il termine a dicembre 2019. Quindi, gli step intermedi, tra cui la consegna entro il 14 luglio dei progetti definitivi, da qui ulteriori 90 giorni per le valutazioni ed i pareri della Conferenza dei Servizi con la conseguente apertura a gennaio 2018 del cantiere.

La prima tappa. La prima tappa di luglio è, comunque, già saltata. Lo ha denunciato la scorsa settimana il segretario della Cgil, Luigi Denardo, che sull’ospedale continua a svolgere un ruolo di sentinella. Non si arrende, infatti, alla politica “parolaia” il sindacalista che segue passo passo la vicenda e non ci sta a far finta di nulla “davanti all’ennesima promessa che viene fatta – spiega – sulle spalle della gente, dimenticando che l’ospedale significa restituire dignità ad un territorio”. Il diritto alla salute, insomma. Questo il punto e motivo per cui Denardo non fa sconti.

Luigi Denardo segretario Cgil

Nuova riunione. La denuncia di Denardo non è passata inosservata. E non ha atteso molto, infatti, il prefetto Guido Longo a richiamare tutti. Domani alle 11 il nuovo appuntamento. Per vederci chiaro. Anche perchè c’è chi – come il Prefetto e Denardo – non sembrano intenzionati a restare nella “rete” della politica. In tal senso, è il segretario della Cgil che fa sapere come “dopo l’ennesima denuncia che abbiamo sollevato sui ritardi per l’avvio dei lavori del nuovo ospedale di Vibo Valentia, domani è stato convocato in Prefettura il tavolo istituzionale”. Una convocazione arrivata direttamente dal Prefetto “che ha considerato necessaria e tempestiva la verifica sullo stato dell’arte, dopo quattro mesi trascorsi inutilmente dall’ ultimo incontro, che abbiamo svolto in prefettura il 17 maggio. Un periodo in cui si dovevano realizzare fondamentali percorsi operativi sul crono programma stabilito per arrivare ad iniziare i lavori entro la fine dell’anno”. E, spiega Denardo, “per quello che ci consta sapere, poco o nulla si è rispettato da quegli accordi, con l’aggravante di non essere stati nemmeno informati dei ritardi e messi a conoscenza sulle situazioni ostative sopravvenute”. L’ennesimo rinvio passato sotto silenzio, dunque, ma “a tutto c’è un limite, soprattutto – chiosa il sindacalista – nei ruoli e nei doveri istituzionali, che sanciscono vincolanti impegni verso una collettività ed i soggetti che la rappresentano in funzione di interessi generali. Ed i tempi di tolleranza, di questa grande e
fondamentale opera, si sono abbondantemente consumati”. Per questo dalla Cgil sono chiari e quella di domani è vista come “l’ultima chiamata ad un ritrovato senso di responsabilità, politica ed istituzionale, che possa ancora ridare fiducia ed aspettative ai negati bisogni di salute dei cittadini vibonesi. Diversamente – conclude – qualora si dovesse continuare a tergiversare, dopo circa tre anni dagli stessi impegni assunti dal presidente della regione Calabria con la firma del protocollo in Prefettura, come Cgil ci determineremo, sin da subito, in ogni forma di protesta e di pressante mobilitazione sociale”.

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