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Caso Vibonese, l’imbarazzo di un imbarazzante Gravina: “Pagina triste del calcio italiano”

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Il presidente della Lega Pro affronta l’argomento dagli studi di Sportitalia e racconta la sua versione dei fatti, ma la Corte federale d’appello lo smentisce

di MIMMO FAMULARO

“Quella della Vibonese è una pagina triste del calcio italiano, una pagina che è stata scritta male ed è stata letta ancora peggio”. Sono alcune delle parole pronunciante da Gabriele Gravina dagli studi di Sportitalia. Il presidente della Lega Pro torna a parlare del caso Vibonese per difendere a spada tratta il suo operato.

La Lega ed il caso Messina. “La Lega – ha sostenuto – ha il compito di organizzare i campionati, ha il compito di vigilare e segnalare alcune irregolarità amministrative che dovessero verificarsi nel corso del campionato e lo ha fatto agli organi di giustizia che sono gli unici organi competenti ad emettere determinate sentenze e determinate decisioni. La Lega Pro sul caso Messina, per citare l’origine di queste tensioni, ha denunciato già da febbraio scorso alcune situazioni di irregolarità. La giustizia sportiva ha accertato e preso spunto dalla nostra denuncia tanto è vero che ha dato i punti di penalizzazione a questa società”. 

Auto-assoluzione. Gravina si dice poi amareggiato per la città di Vibo Valentia: “Non meritava e non merita questo stillicidio”. Dagli studi di Sportitalia il presidente della Lega Pro si auto-assolve “Ritenere responsabile – aggiunge – una Lega o la federazione del mancato coinvolgimento e della mancata iscrizione della Vibonese nel campionato di Serie C credo che sia un po’ ingiusto nei nostri confronti”.

La reazione di Beccaria. Le ultime dichiarazioni di Gravina hanno subito scatenato la reazione del direttore generale Danilo Beccaria: “Vergognoso e bugiardo – ha scritto su facebook a commento di un post di un tifoso -. Ho sentito con le mie orecchie telefonate in quel di maggio dove diceva che il Messina era perfettamente in regola”. 

La sentenza della Cfa. Sul caso Messina è la stessa Corte federale d’appello, il massimo organo di giustizia sportiva della Federcalcio, a smentire Gravina. Sono, tra l’altro, gli unici giudici ad essere entrati nel merito della vicenda visto che il Collegio di garanzia del Coni ha annullato il verdetto rinviando tutto in primo grado per vizi formali che non scalfiscono di una virgola il dispositivo emesso lo scorso 24 agosto. “Con il ricorso proposto dalla Us Vibonese innanzi al Tfn è stato, invece, dedotto il mancato definitivo deposito – scrivono i giudici della Corte federale d’appello – da parte dell’Acr Messina di una valida ed efficace polizia fideiussoria fino alla fine del campionato (…). Peraltro è notorio che la mancata produzione della necessaria polizia fideiussoria è inadempimento che non soltanto costituisce illecito disciplinare ma anche esclude l’ammissione al campionato”. E nel sostenere ciò la Cfa allega una decisione del Collegio di garanzia del Coni data novembre 2015. “Sarebbe del resto paradossale – osservano i giudici – che l’ordinamento sportivo prevedesse la punizione per violazione meno grave (ritardo) e lasciasse impunito il comportamento più grave (mancata produzione polizza fideiussoria per tutto il corso della stagione sportiva ovvero partecipazione al campionato in difetto di efficace garanzia fideiussoria). E’ dunque venuto meno un presupposto indispensabile e necessario, non solo per l’iscrizione, ma anche per la regolare (e legittima) partecipazione al campionato di Lega Pro dell’Acr Messina. Di tutto ciò la Lega Pro veniva informata già il 21 febbraio ma il deferimento del Procuratore federale davanti al Tribunale federale nazionale arrivava solo il 28 aprile. Come dire: Gravina sapeva ma ha fatto poco o nulla per tutelare la regolarità del campionato di sua competenza e la Lega Pro ha più volte negato l’accesso agli atti alla Vibonese fino a quando a chiedere tutta la documentazione non sono stati i giudici della Corte federale d’appello. Quei documenti ora “scottano” e potrebbero essere oggetto di un corposo dossier da presentare in Procura. D’altronde Caffo è stato chiaro: “Avvieremo un’azione legale contro la Lega Pro per omissioni d’atti d’ufficio”. Una denuncia penale propedeutica anche ad una maxi richiesta di risarcimento danni. 

https://www.facebook.com/ernesto.medini/videos/1407659939287351/

 

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