Cronaca

La “Ninfa di Maierato”, dopo l’emozione i dubbi: passato che emerge o solo oggetto d’arredo? (VIDEO)

ninfa.jpg

Ora toccherà ai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale della Calabria dare le risposte: il materiale fotografico inviato per i primi riscontri

Ieri sera l’emozione. Perchè è una terra che custodisce tesori quella Calabra e quella Vibonese, in particolare. Tesori e racconti di un tempo lontano che riaffiorano molto spesso, quasi a memento dei tempi d’oro che furono. Ci sono stati i Bronzi che il mare ha restituito e così, anche ieri, quella ninfa venuta fuori dal lago, sembrava quasi una leggenda pronta a divenire realtà. In bronzo, con le mani protese verso uno spazio indefinito. La “Ninfa di Maierato”, come qualcuno l’ha voluta subito chiamare, quasi a dare forma ad un desiderio, all’utopia di un passato che torna nel presente. Come auspicio, portatrice di buona novella. Emersa dalla secca del lago, grazie alla segnalazione di un cittadino di Monterosso Vito Ruscio che, insieme al figlio, ha visto prima un braccio e poi il resto della statua riaffiorare dal terreno. Quindi, l’allerta: l’intervento dei Vigili del fuoco, delle squadre speciali che, con l’ausilio di una gru, hanno recuperato, tra la gioia dei tanti che nel frattempo erano accorsi lungo la strada, la statua.

Prime ipotesi. In ottime condizioni, pronta a farsi ammirare e, in questa direzione, si è tentato di dare subito una “collocazione” temporale all’opera, per cui dopo un primo momento di entusiasmo si è pensato che possa essere databile ai primi del ‘900. Incisa anche quella che potrebbe sembrare una firma, forse – altra ipotesi – un artista di scuola siciliana.

Gli interrogativi. Dopo l’emozione, però, è il tempo delle domande. Quelle che certamente si faranno i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale della Calabria – insieme alla Soprintendenza allertata subito ieri sera – ai quali i militari della Compagnia di Vibo, intervenuti sul luogo, hanno inviato tutto il materiale fotografico, così che possano attraverso il proprio database, iniziare a svolgere le indagini del caso. Interrogativi e dubbi che iniziano ad aleggiare. Perché se il lago artificiale è stato realizzato nel 1959, qualcuno si chiede se sia possibile che lo stesso abbia coperto con le sue acque testimonianze del sito archeologico di età normanna che gli storici individuano in quella area, senza che nulla venisse fuori prima, neanche durante le fasi di creazione. Non le uniche ipotesi, però, considerato che si valuta anche la possibilità che qualche tombarolo abbia potuto nascondere l’opera rubata, così come altri non escludono che possa trattarsi solo di un tavolino in cristallo retto dalla statua in bronzo gettato da qualche “post-moderno” nel lago, tanto che sui social hanno iniziato a girare le prime immagini di ninfe da arredamento. Domande, certamente, e al momento nessuna certezza, anche perché saranno le verifiche e le analisi già avviate a dare tutte le risposte.

LEGGI QUI | Dall’Angitola emerge una statua in bronzo: il recupero dei Vigili del fuoco (FOTO)

 

Più informazioni