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Si alza il sipario su “Teatro d’aMare”: drammaturgia calabrese di scena a Tropea

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Il 10 settembre il primo spettacolo della rassegna organizzata da Libero Teatro e LaboArt

Appuntamento dal 6 al 24 settembre a Tropea con la nuova edizione di Teatro d’aMare, la rassegna di nuova drammaturgia calabrese organizzata da Libero Teatro e LaboArt con la direzione artistica di Max Mazzotta e quella organizzativa di Maria Grazia Teramo. Si parte mercoledì 6 settembre alle 16 a palazzo Santa Chiara, in Largo Ruffa, dove alle ore 16 si terrà la conferenza stampa di presentazione della rassegna con i due direttori e il sindaco di Tropea Giuseppe Rodolico. Alle 17, sempre a palazzo Santa Chiara, il convegno “Parola tragica e comica. La drammaturgia calabrese” a cura, come già avvenuto lo scorso anno, della docente dell’Università della Basilicata e drammaturga Vincenza Costantino. Relazionano insieme a lei i docenti dell’Università della Calabria Carlo Fanelli e Donata Chiricò, il direttore del Teatro auditorium Unical Fabio Vincenzi e il magnifico rettore dell’ateneo Gino Mirocle Crisci. Seguirà Letture dalla Calabria ad opera di Emilia Brandi, Ernesto Orrico e Francesco Carchidi.

Il primo spettacolo. Quindi, si alza il sipario domenica 10 settembre con il primo spettacolo di Teatro d’aMare 2017. A palazzo Santa Chiara, alle 21, andrà in scena Giufà e il mare. Prodotto da Centro Rat/Teatro dell’Acquario, lo spettacolo è scritto e diretto da Antonello Antonante e vede in scena Maurizio Stammati e Dilva Foddai. Lo spettacolo è un racconto nel racconto. Il cantastorie gioca con il percorso narrativo attraverso un viaggio nel mediterraneo, dove con dialetti e lingue diverse, colori e suoni, attori e personaggi, racconti e aneddoti, miti di un tempo e cose reali, identità e tradizioni, incontra e conosce tante persone sempre diverse tra loro. Giufà è un tipico esempio di transumanza narrativa: temi uguali o quasi, si ritrovano, spesso identici nei concetti e a volte nei nomi, in paesi assai distanti sempre appartenenti a un’area culturale che affonda le radici in una comune matrice: il Mediterraneo. Giufà e il mare è anche un viaggio attraverso il teatro, dove il gioco della finzione si cela e si svela repentinamente e dove i modi e le tecniche si fondono e si confondono in un continuo fluire.

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